Dario Fo al fianco dei Precari di Falconara
Il premio Nobel Dario Fo ha rilasciato un’intervista alla stampa in merito alla situazione precari a Falconara. Lo scrittore-attore-regista dalla sua casa di Milano, davanti alle telecamere Rai, ha illustrato la storia della città, il suo legame con la Raffineria “che ha portato produttività, ma un forte impatto ambientale”, il passaggio alle ultime elezioni comunali da un governo di centrosinistra ad un altro di centrosinistra “che però ha bloccato tutto perché non ci sono i fondi ed ora tocca ai precari, il capro espiatorio della situazione. Si tratta di una concezione verticale ma non si può operare a livello ragionieristico per far portare i conti se poi la città è disastrata. Falconara è lo specchio di una nazione e queste situazioni vanno gridate perché non vanno a colpire le statistiche ma le persone e le famiglie”. Una mezz’ora d’intervista che ha preceduto il collegamento telefonico, effettuato dalla sede della Cgil di Falconara Marittima, che ha messo gratuitamente i propri locali a disposizione dei precari, con i giornalisti della stampa locale. Questo il botta e risposta emerso:
Giornalisti: I lavoratori precari, sin dall’inizio della vertenza con il Comune, hanno espresso forti critiche nei confronti di Rifondazione Comunista, che attraverso un suo amministratore ha sin dalla prime battute ribadito la necessità di interrompere tutti i rapporti di lavoro in essere, perché giudicati frutto di clientelismo. In pratica è stato posto un veto su tutti i precari assunti nel corso della precedente legislatura, non le sembra un controsenso rispetto alla linea tenuta da Rifondazione a livello nazionale?
Dario Fo: Qui non c’è una connotazione politica, esiste un unico partito grigio. Sono poco democratici e verticalisti massimi. Si taglia tutto quello che è ritenuto superfluo e la prima cosa è la cultura, via il teatro, via le mostre, via le rappresentazioni. Poi i precari. Loro sono il capro espiatorio della situazione attuale, i primi messi alla porta. Questo di Falconara è il caso di un piccolo comune che mette in mezzo alla strada un centinaio di persone senza nessuna alternativa: così si distrugge una società.
G: La Giunta però minaccia il dissesto…
F: E diano loro le dimissioni oppure lavorino senza prendere denaro. Andrebbero a lavorare lo stesso ma sarebbe come se non avessero lavoro. Sarebbe davvero una società di eguali.
G: Stando ai dati in nostro possesso tra i precari che non sono stati riconfermati ci sarebbero molte donne over 40 (circa l’80% dei lavoratori tagliati fuori con il 2007). Si è parlato di clientelismo e di assenza di selezioni. Ma secondo lei occorre veramente una selezione pubblica per definire se una donna, sola, magari con figli a carico e sopra i quaranta anni (e cioè considerata troppo “vecchia” per molti privati al momento delle assunzioni) abbia diritto più di altri di un lavoro statale (se pur precario)?
F: E’ sempre la solita solfa: i primi a dover soccombere sono sempre coloro che ne avrebbero più bisogno. Si continua a dire, soprattutto da sinistra, che le donne dovrebbero andare avanti, salire nei posti direzionali, invece sono le prime ad essere mandate via. Sembra di essere nella Chiesa Cattolica dove non hanno nemmeno il diritto di pregare.
G: Prc a livello nazionale continua a difendere i precari e lotta al loro fianco, mentre a Falconara critica il presunto clientelismo nelle assunzioni a tempo determinato e parla di “igiene amministrativa”. Come giudica questa disparità di vedute?
F: Sono stonati e credono di avere il diritto di cantare, mentre chi sa cantare deve stare zitto.
G: Verrà a Falconara?
F: Diciamo così: verrò presto e non è una promessa… è una minaccia!
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