IL 25ENNE SANGIORGESE UNO DEI PRESIDENTI PIU’ GIOVANI D’ITALIA
“RIPORTEREMO L’AGRICOLTURA AL PRIMO POSTO DELL’ECONOMIA”
Con i suoi venticinque anni è uno dei presidenti di organizzazioni imprenditoriali più giovani d’Italia. Ha un’attività agrituristica con vendita diretta dei prodotti agricoli a Porto San Giorgio. Si sta per laureare in Viticoltura alla Facoltà di Agraria di Ancona. E’ Paolo Mazzoni, nuovo presidente della Coldiretti Ascoli Fermo, eletto nel corso dell’assemblea della federazione interprovinciale per il rinnovo delle cariche. “Una scelta che va nella direzione del rinnovamento e dell’innovazione – spiega il direttore di Coldiretti Ascoli Fermo, Anacleto Malara – e che segue un cambiamento dell’assetto generale che risponde alle nuove sfide che attendono il nostro settore”.
Il giovane imprenditore è titolare dell’agriturismo “Marche Life” di Porto San Giorgio, strutturato per l’accoglienza ma anche per la vendita diretta dei prodotti agricoli. “L’obiettivo primario è far tornare l’agricoltura a rivestire una funzione primaria all’interno dell’economia di questo territorio, vista anche la crisi del modello industriale – spiega il neopresidente della Coldiretti interprovinciale –. Nelle nostre campagne si coltiva la metà della produzione agricola marchigiana, e questo è un fattore da non sottovalutare. L’emergenza cibo a livello mondiale dimostra, del resto, che c’è bisogno di più agricoltura”.
Ma Paolo Mazzoni sottolinea anche l’importanza dell’innovazione e dell’attenzione al mercato, poiché fanno crescere il reddito dell’impresa creando valore anche per l’indotto. “Occorre diffondere la vendita diretta dei prodotti agricoli, promuovendo momenti di sensibilizzazione dei cittadini sulla necessità di consumare prodotti del territorio e a km zero, che consentono di salvaguardare l’ambiente – spiega il presidente di Coldiretti Ascoli Fermo -. Non a caso abbiamo realizzato un farmers market a Fermo di ormai prossima apertura. Oltre a ciò, serve promuovere le nostre tipicità nei ristoranti, specie ora che stiamo entrando nella stagione estiva”. Ma la nomina di Paolo Mazzoni non è l’unica novità di rilievo. L’assemblea ha infatti ratificato anche la nuova organizzazione della federazione, che è riuscita dove la politica non era arrivata: far convivere i territori di Ascoli e Fermo assicurando pari rappresentatività a tutto il territorio. Non a caso il presidente della Provincia, Massimo Rossi, si è complimentato per il modello applicato da Coldiretti Ascoli-Fermo. In pratica, la federazione interprovinciale è divisa in due comprensori, che eleggono una propria assemblea e un proprio presidente. Per Ascoli è stato scelto Luigi Buondi, imprenditore vivaistico di Monsampolo del Tronto, mentre per Fermo la carica è andata a Giovanni De Carolis, produttore di ortaggi in serra a Sant’Elpidio a Mare. Le due assemblee si riuniscono quindi nell’assemblea interprovinciale, dove le decisioni che riguardano l’intero territorio devono essere prese con una maggioranza tale da evitare il rischio che una parte possa prevalere sull’altra. Ma se la questione è di carattere esclusivamente ascolano o fermano è il relativo comprensorio provinciale a decidere autonomamente.
EMERGENZA CINGHIALI, COLDIRETTI PESARO URBINO SCENDE IN PIAZZA:
“UN PERICOLO GRAVE PER AUTOMOBILISTI, CONSUMATORI E IMPRENDITORI”
IL PRESIDENTE LUZI: “PER RISOLVERE IL PROBLEMA OCCORRE una cabina
di regia UNICA guidata Dalla Pubblica Amministrazione
Coldiretti Pesaro Urbino scende in piazza per denunciare il problema dei cinghiali. “La proliferazione indiscriminata degli animali selvatici ha oltrepassato ormai il livello di sicurezza – spiega il presidente Giannalberto Luzi -. I cinghiali arrivano ormai fin nelle case, continuano a causare incidenti sulle nostre strade e distruggono quotidianamente le colture. E non parliamo della totale assenza di trasparenza che regola il mercato della carne di questi animali che finisce sulle tavole. Non possiamo piu’ tollerarlo”. Sabato mattina (7 giugno), in occasione del convegno promosso a Frontone proprio sul tema degli ungulati, gli imprenditori agricoli pesaresi della Coldiretti daranno vita a un presidio per sollecitare un pronto intervento su una situazione che e’ diventata ormai un problema di sicurezza sociale. “I numeri sono sotto gli occhi di tutti – attacca Luzi -: lo scorso anno sono stati denunciati nella nostra provincia 452 incidenti stradali causati da cinghiali, caprioli, daini e istrici, che hanno costretto la Regione Marche a sborsare circa un milione e mezzo di euro”. Coldiretti Pesaro Urbino ricorda inoltre che i danni causati alle colture ammontano poi a circa 400mila euro. “Le imprese agricole che operano nel territorio, spesso in zone svantaggiate, non riescono piu’ a proseguire l’attività’ non avendo alcuna certezza sul fatto che le colture non vengano devastate, per non prlare del fatto che i risarcimenti non coprono nemmeno la meta’ del danno – aggiunge Luzi -. Cio’ e’ particolarmente grave, poiché in questo momento di emergenza cibo a livello mondiale occorrerebbe piu’ agricoltura.
In Germania e in Inghilterra stanno razionando le confezioni di alcuni generi alimentari e noi che facciamo? Permettiamo agli animali selvatici di fare man bassa delle nostre produzioni senza muovere un dito?”. Secondo Coldiretti occorre che nella revisione della legge regionale 7/95 sulla caccia, vengano prese in considerazione le seguenti proposte :
· Monitoraggio reale attraverso una indagine seria ed accurata per determinare il numero degli animali selvatici presenti sul territorio.
· Selezione e prelievo degli ungulati, guidato dalla Pubblica Amministrazione per riportare in equilibrio la gestione della difesa dell’ambiente e delle attività produttive.
· Creazione di una cabina di regia unica a livello Regionale e Provinciale , poiché non e’ possibile che all’intermo di territori contigui esistano regole differenti a seconda che il danno avvenga nel territorio dei Parchi, Riserve , Oasi o in quello degli Ambiti territoriali di Caccia.
· Coinvolgimento e alleanza forte tra i vari “attori”: Pubbliche Amministrazioni, agricoltori, cacciatori, cittadini consumatori.
· Ridefinizione delle regole, partendo dalla politica della prevenzione (prevedendo una apposito capitolo di spesa) al fine di attivare una selezione mirata nelle zone protette, nelle riserve, nelle oasi, nelle aree di libera caccia per arrivare a contenere il più possibile l’incidenza dei danni.
· Messa in trasparenza della carne ricavata dalle battute e dai prelievi autorizzati di questi animali per dare le necessarie garanzie dal punto di vista sanitario.
“L’ambiente in cui viviamo è di tutti e come tale ognuno a seconda del ruolo che svolge deve assumersi la responsabilità di difenderlo - conclude il presidente di Coldiretti Pesaro Urbino -. La distruzione dei pascoli di montagna , il proliferare degli incidenti stradali, la grande quantità di carne di animali selvatici non controllata dal punto di vista sanitario, sono problemi che ci coinvolgono come cittadini prima ancora che come operatori economici: per questo dobbiamo abbandonare la stagione degli interessi di parte per affrontare invece una politica di interesse collettivo”.