"Segreta Penelope" di Alicia Giménez – Bartlett
Segreta Penelope è un piccolo capolavoro letterario da scovare ma che certamente rappresenta in maniera efficace la società dei nostri tempi intenta a combattere fra sogni infranti, sedute più o meno inutili sui lettini dello psicanalista, solitudini imperanti seppur attorniati da moltitudini di sconosciuti. Alicia Giménez – Bartlett, in questo intenso manoscritto (Sellerio, € 14,00) delinea perfettamente tutto ciò, riuscendo a far apparire totalmente attuali le difficoltà dei protagonisti nell’ affrontare la vita, le loro incertezze, con dei piccoli drammi più o meno quotidiani che potrebbero tranquillamente caratterizzare anche le nostre vite. Un gruppo di amici si ritrova al funerale di una di loro, Sara, che se ne è andata prematuramente a cinquant’anni. Per dire la verità si è uccisa, per delle motivazioni assolutamente incomprensibili agli amici più vicini. Questo suicidio rimescola i loro animi, li fa ripensare al loro passato ma anche riflettere sul presente e sulle aspettative per una vita che risulta spesso insoddisfacente: chissà dove sono finiti tutti i loro sogni, oggi che le loro vite sono ben definite, tutti i giochi sono fatti e si ritrovano a chiedersi il perché di quella morte apparsa all’improvviso. Il romanzo è il racconto della vita di Sara, una vita libera, vissuta con allegria e spensierata libertà sessuale; poi dopo un aborto, tutto diventa più difficile, tra un matrimonio convenzionale senza entusiasmi particolari, una maternità non desiderata fino in fondo dopo quella prima esperienza negativa e formativa, con un lavoro che non soddisfa minimamente. Forse l’infelicità di Sara è dentro di lei, ma i suoi amici cominciano a chiedersi se non sia anche dentro loro, in vortici di paure dove le proprie insofferenze sembrano uguali in tutto e per tutto a quelle che hanno portato a quel gesto inconsulto la loro amica. Ciò che potrebbe aiutare Sara, la psicanalisi, forse non l’aiuta a dovere, anzi sembra farla precipitare all’indietro, non salvandola dal baratro del suicidio. L’autrice attraverso il racconto delle vite dei suoi protagonisti, lancia un terribile quanto reale campanello d’allarme riguardo l’abuso delle pratiche psicanalitiche: in un contesto socio – culturale prettamente occidentalizzato, il ricorso alla psicanalisi può essere una pratica sicuramente vantaggiosa, anche se il rischio di rivolgersi a degli specialisti per motivazioni non valide è sempre presente: cosa ci fa credere che qualcuno possa trovare la soluzione alle nostre problematiche? E tali problematiche necessitano di un aiuto esterno o possiamo trovare dentro noi stesso la chiave di lettura delle nostre (più o meno futili) frustrazioni quotidiane? Segreta Penelope risulta un libro piacevole, capace di far riflettere, che ci spinge a scavare dentro di noi, per trovare quelle risposte a prima vista irraggiungibili.
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