2007-10-31 - COLDIRETTI DENUNCIA LA MANCANZA DI RISPOSTE DELL’INDUSTRIA SI VUOL FAR SCOMPARIRE LA BIETICOLTURA MARCHIGIANA
“Se la Sadam ha deciso di chiudere i battenti con la lavorazione delle bietole a Jesi lo dica subito, poiché ne va del futuro delle imprese agricole marchigiane”.
A denunciarlo è Coldiretti Marche, dopo che l’industria ha rifiutato di dare garanzie sul proseguimento dell’attività, rispondendo picche alle richieste di una maggiore valorizzazione del prodotto e di una programmazione triennale avanzate dai bieticoltori della regione.
“Le imprese avevano sollecitato un impegno triennale per il proseguimento dell’attività dello zuccherificio con un accordo di filiera sui prezzi, in modo da avere certezze in vista delle semine – denuncia il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi -. Non abbiamo avuto alcuna assicurazione. Se si considera che, per la riconversione dell’impianto di Fermo per la produzione di agroenergie, la stessa Sadam ha agito in maniera opposta prevedendo degli accordi a lunga scadenza, le conclusioni si possono tirare facilmente”. Un altro segnale negativo è rappresentato dal fatto che l’industria saccarifera intenderebbe ampliare il bacino della produzione verso l’Emilia Romagna. “Gli accordi conseguenti alla Riforma prevedevano che le bietole fossero raccolte entro il limite di novanta chilometri dallo stabilimento – spiega il direttore regionale di Coldiretti, Alberto Bertinelli -, ma questo è stato fatto valere solo per le Marche, escludendo così tutta la zona dell’Ascolano e del Fermano. A nord la Sadam arriverebbe a prendere il prodotto a distanze ben maggiori, e ciò vuol dire che si abbandonano le imprese marchigiane a favore di quelle emiliano-romagnole”.
A questo punto Coldiretti Marche chiede formalmente alla Sadam di chiarire le proprie intenzioni circa la possibilità di continuare o meno l’attività anche nei prossimi anni. Una decisione che dovrà essere assunta quanto prima e, comunque, entro il 31 gennaio 2008, data prevista dal nuovo regolamento per rinunciare alla quota produttiva, dando modo alle imprese agricole di programmare la propria attività e valutare se un settore storico dell’economia regionale potrà avere ancora un futuro. Sull’argomento Coldiretti avvierà da subito una serie di incontri sul territorio con i bieticoltori.
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