Servizio di Diabetologia di San Benedetto del Tronto: uno dei più completi servizi territoriali d’Italia per la prevenzione, diagnosi e cura del Diabete
Ha all’attivo più di 11 mila pazienti seguiti e sono circa 4 mila ogni anno coloro chevi si recano per consulenza ed assistenza. E’ stato inoltre uno dei primi centri in Italia ad occuparsi del problema con un approccio specialistico e integrato. Il centro è il Servizio di Diabetologia dell’Ospedale Civile di San Benedetto del Tronto e il problema è il diabete mellito, una tra le più diffuse malattie metaboliche che colpisce circa il 4,5 – 5% della popolazione. Il Servizio di Diabetologia di San Benedetto del Tronto nasce, come mini-reparto nel 1982 quando il dottor Giacomo Vespasiani, oggi direttore dell’Unità Operativa di Diabetologia e Malattie del Ricambio, in seguito ad un incontro pressoché casuale, matura l’idea di creare anche a San Benedetto del Tronto una risposta pubblica alla domanda di cura per i diabetici del territorio. “Nel 1981 l’unico centro di Diabetologia funzionante era quello di Ancona, casualmente mi trovai nel laboratorio analisi e assistetti ad una cosa che mi colpì. C’era una paziente diabetica che stava facendo un’analisi”, ricorda Vespasiani, “era di San Benedetto del Tronto e per questa semplice indagine doveva farsi ore di treno. Parlai con la signora che mi spiegò quali erano le necessità, le carenze, le possibilità e così da quell’incontro nacque l’idea. Oggi quella signora è diventata la presidentessa dell’Associazione Tutela Diabetici”. Altre pietre miliari sono l’incontro sempre ad Ancona con il professor Paolo Fumelli, primario del reparto di Diabetologia e Malattie del Ricambio dell’INRCA di Ancona che fornisce consigli preziosi riguardo all’organizzazione del servizio; la disponibilità del dottor Angelo Guido, allora primario del reparto di Geriatria dove Vespasiani presta servizio e che incoraggia l‘iniziativa di aprire il nuovo ambulatorio ed infine la scuola infermieri, interna all’ospedale e diretta da suor Ivana Liberati, che mette a disposizione alcuni allievi che si riveleranno eccellenti assistenti sanitari. Completato anche l’ultimo tassello, il piccolo team è al completo e pronto a decollare. “Fu un successo di numeri immediato perché dopo un anno avevamo già 500 pazienti e ciò a dimostrazione che si trattava di una necessità non indotta ma reale” afferma Vespasiani.Ma il salto di qualità si avrà nel 1987 con la legge 115 sulle “Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito” che prevede l'istituzione di servizi di diabetologia a livello ospedaliero e che ha come effetto la legittimazione dei reparti di Diabetologia.Da più di vent’anni il Centro registra un trend di crescita costante. Oggi accoglie sia pazienti locali sia pazienti che arrivano da altre province e regioni. Ogni settimana vengono effettuati circa 150 prelievi ematici e circa 200 visite diabetologiche.
I suoi obiettivi sono:
Prevenzione, diagnosi e cura del diabete.
Prevenzione, diagnosi precoce e gestione della malattia per migliorarne la qualità della vita.
Sensibilizzare la popolazione al problema del diabete e alla prevenzione delle malattie metaboliche:
Controllo continuo e miglioramento della qualità del Servizio attraverso corsi di aggiornamento dell’equipe diabetologica e del personale dell’ospedale.
Controllo dei diabetici ricoverati in altri reparti ospedalieri.
E’ uno dei più completi Servizi di Diabetologia territoriali d’Italia e punto di riferimento a livello nazionale. E’ articolato in una sede principale situata al piano + 3 dell’Ospedale Civile di San Benedetto del Tronto e in due Ambulatori situati a Ripatransone e a Montefiore dell’Aso (nei rispettivi Poliambulatori). Negli ambulatori territoriali viene effettuata una assistenza di base, avviando direttamente il paziente alla sede principale per ogni necessità. L’ampio team diabetologico della sede dispone organicamente di quattro diabetologi, un oculista, due dietiste, sei infermieri professionali, una podologa, una biologa. Gli ambulatori specialistici sono attrezzati con tutta la strumentazione necessaria per la diagnosi delle complicanze: dalla rilevazione dell’indice di Winsoral test di neuropatia fino alla fluorangiografia. Sedi e ambulatori sono inoltre collegati da una rete informatica che attraverso l’utilizzo dello stesso programma informatico di Cartella Diabetologica permette la completa interazione tra ambulatori e pazienti a garanzia della qualità della prestazione.
L’organizzazione del Servizio prevede oltre all’attività ambulatoriale anche le attività di Day Hospital. Il ricovero in Day Hospital viene utilizzato per affrontare in maniera incisiva problemi che non possono essere rapidamente risolti con le semplici prestazioni ambulatoriali. Sono previste due distinte modalità di ricovero:
·Day Hospital terapeutico: destinato a pazienti con scompenso metabolico che hanno bisogno di una completa revisione terapeutica oppure di terapia insulinica eventualmente anche in infusione endovenosa;
·Day Hospital diagnostico: destinato a pazienti che effettuano nella stessa giornata una serie di controlli pluridisciplinari che accertano il grado di compenso della malattia, lo stato delle complicanze croniche, l’adeguatezza del comportamento alimentare, la capacità di effettuare l’autocontrollo.
Nella sede di San Benedetto del Tronto, inoltre, si tengono lezioni di educazione sanitaria di gruppo sui diversi aspetti del diabete. Esse sono dirette ai pazienti ricoverati in Day Hospital terapeutico, ai pazienti ricoverati negli altri reparti e ai loro famigliari e ai pazienti esterni su prenotazione. L'esperienza educativa rende le persone responsabili insieme ai medici del controllo della malattia, ne previene il peggioramento migliorando la qualità della vita. Grazie a questa efficiente organizzazione, una condizione come il diabete può essere seguita in tutte le sue dimensioni. Avere la possibilità di fare tutti i controlli senza dover fare il giro dei vari specialisti è importante per il successo della terapia e per il paziente. Effettuare screening intermedi sulle complicanze è utilissimo e solo in caso di diagnosi avanzata, viene richiesta la consulenza di specialisti esterni con i quali si mantengono stretti contatti. Questa linea organizzativa permette di coinvolgere il paziente, farlo sentire seguito dentro un percorso guidato in cui non ci si limita a curare ma, in modo integrato a “prendersi cura” del paziente. Valorizzare costantemente gli aspetti comunicazionali e educazionali significa, inoltre, offrire un costante supporto sia informativo sia psicologico che è di fondamentale importanza perché “il diabete si cura per il 90% a casa e per il 10% con i medici, tutti i medici messi insieme. Se l’intervento sulla vita a casa non è protetto non è supportato non funziona” conclude Vespasiani.
Una malattia sociale e cronica come il diabete, infatti, coinvolge tutta l’organizzazione sociale e familiare che sta intorno al paziente. Essa impatta profondamente sullo stile di vita del paziente, e spesso anche delle persone che vivono con lui. Il paziente può partecipare, essere protagonista della propria terapia solo se ha sentimenti positivi e di accettazione verso la malattia ma anche verso i propri dottori e il proprio servizio.