Fritto misto all’italiana. Le grandi fritture tradizionali in rassegna ad Ascoli Piceno
Si è tenuta questa mattina ad Ascoli Piceno la conferenza stampa sul “Fritto misto all’italiana”, la manifestazione enogastronomica promossa dall’Assessorato al Turismo della Regione Marche in collaborazione con la Provincia ed il Comune di Ascoli Piceno. La manifestazione giunta alla terza edizione, si terrà dal 28 aprile al 1 maggio nella splendida cornice ascolana. I luoghi prescelti quest’anno sono Piazza Arringo e il Chiostro di San Francesco. Diversi sono stati gli interventi in conferenza stampa. Il Vice Presidente della Regione Marche nonché Assessore al Turismo, Luciano Agostini ha puntato sull’importanza della manifestazione, non solo dal punto di vista enogastronomico ma anche da quello turistico. Connubio che, con grande soddisfazione dello stesso Agostini, ha fatto vendere numerosi pacchetti turistici. Lo scopo della rassegna è infatti quello di far conoscere il territorio attraverso una delle caratteristiche peculiari della regione Marche, la tradizione enogastronomica ed in particolar modo quella del fritto. Chi non conosce infatti le deliziose olive fritte all’ascolana, “prima preparazione ad ottenere il riconoscimento DOP, gli altri sono tutti prodotti”, precisa con orgoglio il coordinatore della manifestazione Stefano Greco. Non è un caso se la città di Ascoli Piceno ha deciso di cimentarsi in questa festa del confronto tra i vari fritti nazionali ed internazionali, in un tripudio di formaggio fritto abruzzese, di panzarotti della Campania, di torta fritta dell’Emilia Romagna, di fritto misto piemontese, di arancine della Sicilia, di coniglio della Toscana, di olive ripiene delle Marche e grande novità di quest’anno, di Krapfen dell’Alto Adige. Per non parlare della sezione world food curata da Vittorio Castellani aka Chef Kumalè, massimo esperto italiano di ethnic food, con il fritto in tempura giapponese, le Pastelinhos de bacalhau, polpette di baccalà portoghese, i brewas dolci e salati marocchini, i mix pakora e i papadums indiani e i picarones peruviani. Qualunque sia la preparazione di queste specialità gastronomiche, impanate o in pastella o più semplicemente avvolte di sola farina, l’importante è che vengano eseguite con prodotti di buona qualità, solo in questo modo il fritto sarà un piacere e solo in questo caso la rassegna permetterà ai partecipanti di trovarsi fisicamente in un territorio, quello marchigiano definito “l’Italia in una regione” ma di sentirsi con la sensazione gustativa a chilometri di distanza.
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