Marzo 2006 -Tessile e cuoio, il made in Italy gioca in difesa.
-Pelli e tessuti: un mondo da tutelare.
-Il monitoraggio microbiologico: l'approccio dell'INAIL.
-Osservatorio statistico.
Dal 7 aprile su alcune tipologie di calzature importate da Cina e Vietnam sarà introdotta dalla U.E. una serie di dazi, in misura però inferiore a quanto auspicato dalle imprese del settore, che da tempo lamentano una strategia aggressiva di sostegno dell’export da parte di quei governi, basata soprattutto sul dumping sociale e su pesanti dazi sull’import dall’Europa. E’ solo uno degli esempi della situazione di difficoltà che stanno vivendo i nostri settori di punta del made in Italy, vale a dire il Tessile e abbigliamento e la Lavorazione di pelli e cuoio, che rappresentano una parte fondamentale del sistema economico del Paese, con un valore della produzione di oltre 44 miliardi di euro (di cui due terzi nel Tessile e abbigliamento) e con circa 650mila addetti distribuiti in 65 distretti industriali presenti su tutto il territorio nazionale.
Nel 2004 in questi settori sono stati denunciati circa 16mila infortuni, in forte calo rispetto ai 22mila del 2000; nello stesso quinquennio gli addetti sono diminuiti di oltre 110mila unità (-15%). E’ evidente pertanto come al calo degli infortuni, che è stato molto più intenso rispetto a quello degli addetti, corrisponda anche una sensibile riduzione del rischio lavorativo in questi settori. ( da inail.it)
(Paolo Perone)
Consultare i links: http://www.inail.it/statistiche/DatiInail/osservatorio2006/DATI%20INAIL%203_2006.pdf
http://www.inail.it/prevenzionerischio/prodotti/Linee_guida1.pdf http://www.ispesl.it/linee_guida/fattore_di_rischio/LGAgeBiolSter.htm