OFFIDA, 2006-08-20 - Dopo Africa Unite, Bandabardò, Après la Classe e Sud Sound System, è il rapper di Molfetta il tassello finale di un Summer Festival certamente apprezzato dal pubblico, tra i più riusciti dopo otto anni di musica alternativa portata sulla scena.
HABEMUS CAPA, e le porte di un teatro musicale si aprono: una cerimonia funebre dà il via alla scena, bandiere verdane, bambole e pupazzi, maschere di ogni genere pronte ad animare una serata certamente spettacolare, nel più ampio intendere della parola.
Caparezza arriva ad Offida e lo fa col suo stile, con l’originalità di un personaggio tra i più eclettici e certamente meno noiosi del panorama cantato italiano. Surreale, provocatorio, un cocktail made in Italy tra stravaganza, ironia e buone idee musicali, certamente non banali, accompagnate da quei testi sincopati caratteristici di nuove miscele sonore: il braccetto tra sperimentazione, creatività tecnologica e tema di fondo, ovvero ciò che meglio a lui sembra riuscire: “io non ho una bella voce e non sono il cantante canonico, mi sento più vicino a una sorta di mass-media. E se la politica tocca la mia vita ogni giorno, non vedo perché non dovrei parlarne. Scrivo in reazione a ciò che vedo”…e così dicono anche i suoi testi; ad ognuno il suo angolo di “celebrità”: dai leghisti ai matrimoni vip, dai pacs al degrado televisivo. E giù dal palco il messaggio arriva.
Si parte con Annunciatemi al pubblico, pezzo di apertura anche del suo ultimo lavoro (“Habemus Capa”). Seguono Io della vita non ho capito un cazzo, Inno verdano, e Nessuna razza, intenso e pungente motivo che apre le danze di Piazza del popolo. Ancora poco passa ed i pezzi di maggior successo non tardano a farsi sentire: Sono fuori dal tunnel, La mia parte intollerante, primo singolo del nuovo disco e La fitta sassaiola dell’ingiuria, incontro riuscito tra due “cape rezze” (il Capa e Branduardi –non era ovviamente sul palco) che, in uno strano ma riuscito incrocio di stili e linguaggi, danno vita ad un esperimento apparentemente discordante che però vedi vedi rende e piace a chi già inizia a canticchiarlo. E poi ancora Torna catalessi, ultimo pezzo classifica, Follie preferenziali, Dalla parte del toro, fino a Vengo dalla luna, per un finale tutto da saltare.
Ma ciò che più di ogni altra cosa diverte è la simpatia, l’ironia che accompagna con acume ogni testo, lo spettacolo che intorno si crea come evento ultimo da celebrare…Si allestisce il baldacchino tra tastiere e manichini e c’è da divertirsi, quasi che ti accorgi di aver perso trenta secondi di canzone stando dietro lo show animato dalla compagnia sul palco. Il personaggio Caparezza esce fuori in queste occasioni, e l’energia è trascinante, tra gag, citazioni e suoni degni di un ottimo concerto rock. La musica rende, soprattutto al di là dei pezzi da classifica più leggeri ed orecchiabili, dove lui e le sue Ortiche (il gruppo musicale che lo accompagna ormai da anni) riescono a sbizzarrirsi con ottime sonorità, in particolar modo nei pezzi strumentali che intercorrono tra diverse canzoni col Capa fuori dal palco e loro liberi di capacitarsi con ottimi risultati.
Un concerto che chiude dunque degnamente uno tra i festival ormai più affermati ed attesi dalla stagione marchigiana. Grottammare, Ripatransone, San Benedetto ed Offida ringraziano e salutano: alla prossima estate musicale.