di Sara Di Giuseppe
Mega spot pubblicitario per Mattel, il "caso Barbie".
Possibile che nessun giornalista abbia espresso (così mi sembra) qualche sospetto?
Eppure gli ingredienti non mancano. Vediamoli.
Per ragioni intrinseche al mercato del giocattolo - più di altri soggetto a stagionalità - anche questo gigante del settore attraversa, come di recente, sbalzi di mercato e crisi cicliche. Azzardato supporre che in un tale frangente Mattel colga l´opportunità di un incidente (ma non è una sorpresa, per l´azienda, la "qualità" della sua produzione negli stabilimenti cinesi!..) per rialzarsi più potente con rinnovata verginità, meglio se con una campagna pubblicitaria (progresso?) offerta - lancia in resta e gratuitamente - dai media mondiali? Vedi articoloni e mega servizi televisivi indugianti con compiaciute dettagliate immagini su tutto il suo campionario.
Col natale "alle porte" (dal punto di vista commerciale), quale migliore occasione ha Mattel, inoltre, per sbaragliare i concorrenti mostrandosi come la sola azienda sollecita del benessere della propria giovanissima indifesa clientela; delle altre chissà se non sia il caso di diffidare... (con quel direttore, poi, che gli fa il "favore" di suicidarsi, il gioco - è il caso di dirlo - è fatto).
Se pure il danno finanziario è consistente per l´azienda - che comunque bloccherà agevolmente tutti i pagamenti - se anche è vero che si creerà un "vuoto di prodotto", chi meglio di Mattel potrà approfittarne? Il suo gigantesco e gratuito spot mondiale, perfino anticipato di due-tre mesi (il mercato del giocattolo inizia a settembre/ottobre), spiazzerà i concorrenti (ohiloro, non trovano neanche chi gli si suicida) e acquisirà un´accattivante immagine buonista che se la sognano, gli altri.
Fantascienza, cinismo? Scetticismo piuttosto. Suona strano che certi meccanismi - peraltro abbastanza evidenti - non vengano rilevati; che anzi quasi si partecipi al "dolore" della povera Mattel, pur sempre multinazionale doc, mica fondazione filantropica. Come piangere per un petroliere...
Ma tranquilli: a Natale, voilà, piccole Barbie cresceranno ancora.
16.08.´07 Sara Di Giuseppe