"La ballata delle prugne secche" di Pulsatilla: prendete e leggetene tutti!
Oggi ci diamo un tono e parliamo di libri, per far sì che questa diventi una rubrica seria. In questa puntata di Cactus parleremo de La ballata della prugne secche di Pulsatilla, edito da Castelvecchi. Il libro è a metà tra un’autobiografia e un on the road fisico e non solo: ovvero tratta dei viaggi di Pulsatilla verso il nord e il centro Italia, fuggendo dalla nativa Bari, e dei suoi viaggi mentali di venticinquenne. Il libro inizia infatti con il racconto tragicomico della sua nascita, della successiva separazione dei genitori, per passare attraverso la descrizione esilarante dei giochi della sua infanzia (“Miss Make up, la bambola che truccavi come un troione da sbarco, e che poi potevi struccare, ma nei fatti non la struccavi manco con il metanolo”) e approdare ai suoi problemi più grossi come l’anoressia. Pulsatilla non è un comico, eppure fa ridere sia per quello che racconta, sia per come lo racconta. La ragazza ha una gran dimestichezza con la lingua e sa usare talmente bene la punteggiatura che tutto scorre velocissimo come se fosse lei stessa a raccontarci i fatti a parole. Non a caso ha lavorato come copywriter in un’agenzia di comunicazione di Milano. L’unica debolezza è nella struttura: visto l’incipit ci si aspettava uno sviluppo temporale piuttosto che episodico, tipica di molti libri contemporanei: dopo aver parlato della sua pubertà ci sono capitolidecicati al culo, allo shopping, alle sue esperienze erotico-amorose. Vista la risonanza che ha avuto il tema ‘anoressia-bulimia’ negli ultimi tempi, mi unisco schifosamente al branco con un pezzo dell’autrice barese che comunque esce un po’ fuori dal coro e fa sorridere amaramente: “...la mancanza cronica di energia di energie, più la quantità di pippe su cui sbatti il muso a ripetizione, ti fanno percepire come astruso e insignificante l’intero patrimonio lettarario mondiale. Rinuncia alla laurea e dedicati alla televisione, dunque. Quando ti accorgi di pesare meno della somma di tutte le vallette hai vinto il gioco. Ovviamente creperai molto prima, il che va benissimo, solo che Gerry Scotti sarà l’ultima immagine impressa sulla tua retina prima di tirare le cuoia: pensaci.” Per i curiosi Pulsatilla, che in realtà si chiama Valeria ma si firma con il suo nick, ha il blog su splinder: http://www.pulsatilla.splinder.com/
|