riceviamo in redazione e pubblichiamo integralmente
Gentile Direttore,
Sono un impiegato presso un'azienda che ha presentato domanda per ottenere
dei fondi europei per lo sviluppo del settore. Ho notato che la questione
dei finanziamenti pubblici si riduce a due questioni: se ci sono i soldi e
se si è bravi ad ottenerli. Poco si discute sull'opportunità di concederli
e se è opportuno sottrarre al mercato il ruolo di allocatore delle
risorse. Mi chiedo: è opportuno continuare a concedere alla classe
politica nuovi strumenti di potere per creare burocrazia, burocratizzare
le stesse imprese e chi in esse è stato assunto per occuparsi d'altro? Non
sarebbe meglio utilizzare quei fondi per ridurre le tasse, consentendo a
chi è più capace di investire maggiori risorse in ricerca e sviluppo? Non
ci si rende conto di come ciò inciderà sulla selezione di chi sarà classe
dirigente nel futuro, privilegiando le personalità gregarie, tendenti alla
collusione, alla furbizia, all'asservimento rispetto agli indipendenti,
agli inclini al rischio, all'innovazione? I nostri imprenditori fanno
sfoggio di termini, spesso anglosassoni, come "vision", "mission",
"etica", "innovazione". Non c'è il rischio che in mancanza di una vera
cultura d'impresa l'odore dei soldi farà continuare a trionfare
corruzione, illegalità e burocrazia?
Vito Palumbo, vitopalumbo@vitopalumbo.it