Gomo “Best of”
di Pierluigi Lucadei Ricordo l’impressione generale suscitata dall’uscita, dodici anni fa, di “Mellow Gold”, l’album di debutto di Beck. Sembrava o no l’opera di un saputello facciotuttodamè che non sarebbe durato più di un lustro, a voler tirare la corda? E invece oggi il proselitismo di cui Beck gode è un caso più unico che raro dell’attuale industria discografica. Ha fatto scuola la sua semplice ma coraggiosa intuizione di mescolare il folk con le diavolerie dell’hip-hop e della musica elettronica, scratch, campionamenti, tastierine casio, sintetizzatori.
Paulo Gouveia in arte Gomo è soltanto l’ultimo dei piccoli Beck spuntati come funghi in questi anni. Gomo viene dal Portogallo e ha ottenuto un contratto discografico grazie a due brani in bassa fedeltà inviati ad alcune radio del proprio Paese che hanno iniziato entusiaste a farli circolare. Spirito anarchico, come si addice a questi mescolatori di suoni. Già la scelta di intitolare il suo debutto come una raccolta di successi la dice lunga sull’eccentricità del personaggio. Non da meno la musica, con le dodici canzoni dell’album che danno l’impressione di essere state scritte con grande facilità. Più della meditativa “I wonder”, col sax di Màrio Santos, o della pur pregevole “You might ask”, è l’elettronica discreta delle divertenti “Novembre 6th” e “Be careful with the train” a colpire in positivo. O, meglio ancora, “Can’t find you”, che inizia come una ballatona per solo organo e poi si trasforma, non appena entrano in scena le percussioni, in una canzoncina-giocattolo che si fa mandare giù come una pillola della felicità. Ci si può imbattere anche nella canzone che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo pensato di scrivere: il disagio che si prova quando, come a Natale, siamo obbligati ad essere allegri è il tema di “Santa’s depression”, il singolo attualmente in rotazione sulle radio. E può capitare di trovare refrigerio dallo stress nella frizzante “Proud to be bald” e di farsi cullare da “You never came”, che ha un falsetto fanciullesco e un sassofono ‘svogliato’ ed è così rallentata da far pensare ad un trip pop virato al portoghese: cinque minuti esatti in cui è possibile trovare riferimenti a CocoRosie, Portishead, Nelly Furtado, Badly Drawn Boy. Tutto il resto è inconfondibile Beck style, con una strizzatina d’occhio al soul qui (“It’s all worth it”) e un sorriso complice agli Eels meno inclini alla tristezza là (“Feeling alive”, primo singolo estratto da “Best of” nonché suoneria per cellulari più scaricata dai giovani portoghesi). Brani: Feeling alive / I wonder / Santa’s depression / Santa’s depression / Army Slave / Proud to be bald / November 6th / Can’t find you / You never came / Be careful with the train / It’s all worth it / Caught / You might ask Produttori: Màrio Barreiros & Gomo Etichetta: Santeria / Homesleep
Chi è Gomo? Nel gennaio 2001, tre dei più importanti dj portoghesi ricevettero due brani ed una breve lettera con poche righe: “Grazie per l’ispirazione. Spero che questo vi piaccia. Gomo.” Tutto qua, nient’altro. Solo due canzoni, You might ask e Proud to be bald, cantate in inglese. I dj non poterono fare a meno di trasmetterle. E le telefonate in studio cominciarono ad arrivare copiose – Ma chi è Gomo? Gomo era impegnato. Era lì col suo organino vintage intento a scrivere canzoni, non ascoltava la radio. E, francamente, rimase di stucco quando cominciò a legger di sé su tutte le più importanti riviste nazionali e ad essere invitato a suonare nei maggiori festival portoghesi. Spinto da tanto affetto e attenzione, il nostro raddoppiò i suoi sforzi, preparò nuove canzoni, registrate perlopiù in solitario presso il suo studio casalingo. Iniziò a lavorare su arrangiamenti strani e sbilenchi, continuando a battere i territori indie-rock d’ispirazione americana o quelli del pop inglese. It’s all worth it diventa così il classico hit-single ed il brano più richiesto sul network portoghese Antena 3. Era il gennaio 2002, e ancora neanche l’ombra di un’uscita ufficiale. Nel 2002 Gomo venne messo sotto contratto dalla Universal Music Portugal. Si poteva cominciare a parlare di qualcosa di ufficiale e di un album vero e proprio. Fu registrato del nuovo materiale e, grazie all’incontro col produttore portoghese Màrio Barreiros, nel luglio 2003 il progetto cominciava a vedere la luce. Il singolo Feeling alive uscì nel febbraio 2004, accompagnato da un video divertentissimo che mostrava le regole su come girare un buon video musicale senza soldi. La cosa funzionò alla perfezione e il singolo entrò di volata nella top ten portoghese e fu selezionato dalla Vodafone per il loro spot. Il 30 gennaio 2006 è uscito anche in Italia, grazie alla coproduzione tra Homesleep e Santeria, “Best of”, ovvero l’album d’esordio di Gomo. Recensioni – giovedì 16 febbraio 2006, ore 10.03
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