– Illustrato il Piano sanitario regionale. Priorità le aree vaste, il recupero della mobilità passiva, la cura di alcune specializzazioni
L’organizzazione della sanità regionale su cinque aree vaste, il recupero della mobilità passiva generata soprattutto dai territori di confine, al nord come al sud, e il potenziamento di alcune specializzazioni come cardiologia, ortopedia e oncologia, che si prevedono tra quelle più richieste in futuro, anche vista la tendenza all’allungamento della vita in una regione che è già la più longeva d’Italia e la seconda in Europa. Sono queste le priorità indicate venerdì 27 luglio durante il consiglio comunale aperto dedicato al Piano sanitario regionale 2008-2010, documento che andrà all’esame e al voto del consiglio regionale a partire da lunedì 30.
Ad illustrare un profluvio di dati raccolti sulla situazione marchigiana e sulle sue prospettive future il dirigente del servizio Sanità della Regione Marche Carmine Ruta, che ha così sintetizzato le circa 1700 pagine del Piano, delle quali circa 800 sono dedicate appunto alla “fotografia” dell’esistente, dalla qualità complessiva del sistema (testimoniata anche dall’alta attesa di vita), ai 200 mila ricoveri complessivi nelle Marche (12.407 ad Ascoli, 9.471 a San Benedetto, città con un 19% circa di mobilità intraregionale, un terzo della quale da Ascoli a San Benedetto e viceversa), ai 136 milioni di euro di mobilità passiva verso altre regioni.
Ruta ha quindi presentato l’analisi della composizione della popolazione delle Marche, un quadro socio-economicio, le patologie più diffuse oggi e quelle che si prevede possano essere le più diffuse in futuro. Ma anche le cifre della sanità italiana, che assorbe poco più dell’8% del Pil, contro l’11 di Francia e Germania, sebbene andrebbero contenuti in Italia i costi per eccessivi ricoveri e “codici bianchi” al Pronto soccorso dei vari ospedali.
Se le Marche possono anche vantare il terzo posto in Italia per tecnologia, d’altra parte Ruta ha indicato la necessità di un Cup regionale unificato, di ambulatori e sistema radiologico in rete. E se i centri di costo non sono ancora esattamente monitorati, la “riconversione” necessaria è quella verso la prevenzione delle patologie.
Le conclusioni sono state tratte dall’assessore regionale alla Sanità Almerino Mezzolani, che ha completato il cerchio tra richieste dei sindaci presenti e impostazione delle linee strategiche, parlando del coinvolgimento dei territori previsto nel documento, dell’importanza delle cinque aree vaste (la quinta, quella di Ascoli-San Benedetto, è diretta dal dott. Giuseppe Petrone, responsabile della Zona 12 di San Benedetto), del disavanzo sanitario: quello di 250 miliardi di lire recuperato tra il 2001 e il 2005, e quello di 96 milioni di euro relativo al 2006, il cui “rientro” è previsto nei prossimi tre anni.
Il Piano è secondo Mezzolani un approfondito strumento di conoscenza a disposizione di tutti, e in quanto tale un mezzo per riequilibrare le differenze tra la sanità dei vari territori regionali, contro l’approccio troppo verticistico tenuto sin qui. Mezzolani ha inoltre accennato alla lotta alla precarietà come ulteriore strumento di efficienza.
I sindaci stessi (Luigi Merli per Grottammare, Guido Mastrosani per Montalto Marche, Roberto De Angelis per Cossignano, Paolo D’Erasmo per Ripatransone, mentre Bruno Menzietti, sindaco di Monteprandone, era presente ma non è intervenuto) hanno proprio sottolineato e chiesto un maggior peso dei territori sulle scelte “centrali” e chiesto garanzie sull’attuazione del Piano, che pure hanno affermato di condividere.
Anche il sindaco di San Benedetto Gaspari ha parlato di “completo sostegno al Piano”, apprezzando l’approfondita analisi dell’esistente presentata da Ruta e l’abbandono di una prospettiva troppo centrata su Ancona, a favore invece delle periferie, a nord e a sud, del coinvolgimento dei territori, e con un ruolo importante per le aree vaste, anche in collaborazione con il privato, ma senza sovrapposizioni.
In apertura di seduta, dopo i saluti della presidente del Consiglio Capriotti, era intervenuta l’assessore alle Politiche della città solidale Loredana Emili, che a sua volta ha elogiato la ritrovata compattezza dei sindaci, per poi fornire alcuni elementi di criticità della sanità regionale, per esempio ricoveri, visite specialistiche e ricorso ai farmaci non sempre realmente giustificati. Indi carenze di personale, di attrezzature e strutture. Tra gli obiettivi, l’offerta di buone specializzazioni di emergenza, cardiologia, neurologia, servizi per disabilità, anziani, maternità, infanzia, nuove fragilità. La Emili ha inoltre accennato all’alienazione dell’immobile di via Romagna e al bando già pubblicato per rinnovare i locali dell’emergenza all’ospedale civile.
Interventi poi dei consiglieri comunali Pasqualino Piunti e Giorgio De Vecchis (An), Francesco Bruni (Unione), Palma Del Zompo (Ds), Bruno Gabrielli (Forza Italia), Antonio Felicetti (Lista Martinelli). Dei consiglieri regionali Guido Castelli (An, relatore di minoranza del Piano in consiglio regionale), Vittorio Santori (Forza Italia), Giuliano Brandoni (Rifondazione Comunista), del sig. Mario Neroni, del sindacalista Francesco Neroni (segretario provinciale Cgil, che ha parlato di un eccesso di investimenti sugli ospedali e di “poteri forti” al suo interno), del dott. Luigi Olivieri (cda della clinica privata “Villa Anna”).
Piunti, Castelli, De Vecchis, Santori e Gabrielli hanno avanzato dubbi sull’effettiva realizzazione del Piano, hanno espresso preoccupazioni sul disavanzo della Asur, dibattuto con Brandoni del ruolo della sanità privata (limitata a livello regionale per i meriti di quella pubblica secondo Brandoni, prezioso supporto per evitare guai peggiori secondo gli esponenti del centrodestra). I dati sulla mobilità passiva sarebbero la prova, secondo De Vecchis e Gabrielli, del fallimento della gestione sanitaria regionale. Gabrielli ha quindi chiesto un’assunzione di responsabilità e le dimissioni dei vertici sanitari.
Bruni ha auspicato che il Piano possa essere realizzato, mantenendo il ruolo del sistema pubblico. La Del Zompo ha chiesto di spezzare l’incomunicabilità tra medici di base e medici ospedalieri, creando un clima di fiducia che sarebbe alla base di un sistema efficiente. Olivieri ha rivendicato il ruolo del privato, che sarebbe stato supportato più dalla Regione Abruzzo che dalle Marche, talché arrivano oggi nuovi capitali privati anche a San Benedetto.
– Progetti Fondazione Carisap in consiglio comunale: entro il 14 settembre la presentazione delle proposte
Enti, associazioni e privati cittadini possono presentare entro il 14 settembre le loro proposte per progetti da far finanziare alla Fondazione Carisap, i cui organi delibereranno il piano triennale degli interventi 2008-2010 nella seduta già fissata per venerdì 26 ottobre. La Fondazione eroga ogni anno una cifra che si aggira sui 4 milioni di euro per progetti sociali e culturali, su tutto il territorio della provincia di Ascoli.
Scadenze fornite durante il consiglio comunale aperto di venerdì 27 luglio dai rappresentanti della Fondazione, in particolare dal presidente Vincenzo Marini Marini e dal segretario generale Fabrizio Zappasodi (presenti anche i membri dell’organo di indirizzo Marcello Galiffa e Ottavio Medori), che hanno inoltre presentato la storia dell’ente (la Carisap è stata fondata nel 1842), la sua missione, le sue fonti di reddito (dal possesso del 100% del capitale della Carisap spa alla vendita alla Banca Intesa del 66% delle quote, motivo per cui il patrimonio della Fondazione e il reddito da ridistribuire sono procurati da investimenti in borsa e dagli utili della quota azionaria).
Per individuare possibili linee di intervento la Fondazione Carisap ha commissionato un’indagine alla “Kpmg Advisory”. Le proposte potranno essere inoltrate dal sito www.fondazionecarisap.it.
Il sindaco Gaspari ha parlato dell’effervescenza del territorio sambenedettese, ringraziato la Fondazione e parlato sia di interventi “momentanei”, sia più strutturali tra le possibili linee di azione. L’estate sarà il periodo della formulazione delle proposte da parte del Comune di San Benedetto, che verranno poi presentate appunto entro il 14 settembre.