Sono nato ad Altidona, nel quartiere che il catasto gregoriano dei primi dell’800 chiamava “Fonte nova”. Si’ dove c’era, ore un rudere, il lavatoio che chiamavamo “Fontevecchia”.
Per raggiungerlo passavo davanti il forno a legna, sempre del Comune. Come il lavatoio. Così, dalla nascita, ho vissuto con due dei “beni comuni” di Altidona: il lavatoio e il forno comunali. Le famiglie contadine, come la mia, espulse dalla campagna per povertà, sono finite dentro il castello passando sovente o per Borgo San Giovanni o per Borgo di Fonte Nova.
Passando dall’agricoltura alle prime forme di industria. Le fornaci e le miniere. E l’emigrazione.
Questa premessa per giustificare l’amore, non solo mio, ma di tutti, per la propria terra.
Tornando da altra emigrazione in questa terra, in questo nostro Comune, vi racconto alcuni fatti che mi hanno colpito.
Il primo. Una locandina al bar del Comune. Firmano il sindaco e il direttore artistico. Nel testo un programma bello, intenso, di fine anno. Chi ama la musica, non può non restarne positivamente colpito.
Il punto è che sindaco e direttore artistico sono coniugi. E il sindaco, gestore del teatro, che dovrebbe ‘controllare’ la bontà della gestione del bene comune teatro affidato al coniuge.
Al tempo dei “liberi comuni” il podestà, l’attuale sindaco, per evitare clientelismi, doveva venire da lontano. Perfino il ‘baulo’, il messo comunale, doveva venire dal almeno 20 miglia.
Oggi è un po’ diverso. Restano però le norme sulle incompatibilità. Si stanno rispettando?
Sempre in tema di incompatibilità, la scoperta che per 10 anni abbiamo avuto un assessore all’urbanistica costruttore senza che nessuno facesse rilevare la sua incompatibilità forse aiuta a capire gli attuali silenzi. Di tutti e di tutte le forze politiche. Se ci sono ancora.
Questo stesso imprenditore edile ora è diventato dipendente comunale a tempo parziale. Restano le incompatibilità? Forse, per legge, restano. Come i silenzi.
Ieri, sabato 29, ho sentito il geometra di Pedaso che mi ha confermato che entro marzo 2009, pena la perdita di un contributo, si deve cantierare il ponte sull’Aso per unire marina di Altidona e Pedaso. Opera di oltre 500 mila euro. Mutuabile e con un concorso sugli interessi del 3% da parte di Enti superiori; questo è il contributo. E’ un investimento vitale per l’economia. Per quella turistica. Con gli attuali chiari di luna, anche per i Comuni, questo concorso del 3% è vero e proprio oro. Anche qui Altidona, mi ha confermato il geometra di Pedaso, starebbe bloccando tutto. Non si capisce perché nessuno, a partire dai non pochi commercianti di Altidona e di Pedaso, il c.d. terziario, protesti.
Sul Parco bau, alias il cacatoio per cani sotto le finestre di 7 immobili con una trentina di bambini, va avanti. A Marina Est resta un parco giochi a diretto contatto con i virus del depuratore comunale, ma non si tocca. Il cacatoio, e relativi possibili virus, va messo non accanto al depuratore spostandone il parco giochi, ma dentro la lottizzazione Bagalini.
Termino con l’ultima. I familiari spero mi perdoneranno. Una cara nipote consigliere comunale che vota contro i propri genitori. E’ successo all’ultimo consiglio comunale sulla delibera di riequilibrio economico e finanziario 2008. Fortuna che lo ha fatto contro i propri interessi! Possibile che nessun altro consigliere, a partire dal sindaco, lo stesso segretario comunale, specie dopo che in consiglio è venuto fuori che si stava incrementando il capitolo di spesa per le liti e ricordato, in consiglio, che riguardavano anche un ricorso al Tar per una ristrutturazione interessante anche i famigliari del consigliere, abbia avuto la delicatezza di chiedere al consigliere di uscire dall’aula? Ahi, la formazione degli Amministratori!
In altre parole, questa mia Altidona, nata su antichissime tradizioni comunarde, e con ricordi di antiche tradizioni comunali su beni comuni ancora del tutto evidenti, sembra attraversare un momento in cui i principi di imparzialità, di buona amministrazione e di legalità, siano andati inesorabilmente perduti.
Si conoscono alcuni giovani amministratori, me ne viene in mente uno, uno solo, che apre una qualche speranza. E’ decisamente troppo poco. Che fanno tutti gli altri? A partire dai miei amici con i quali abbiamo costituito l’associazione Belvedere?
In un momento in cui si sente avanzare la povertà, vedi la c.d. “social card”, risposta per me, che ricordo ancora le elemosine ai poveri del paese, umiliante, dell’attuale governo di centro-destra che, con il precedente, di centro-sinistra, hanno privatizzato e stanno privatizzando i servizi pubblici di interesse generale, come il servizio idrico, veri e storici strumenti di redistribuzione dei beni e di uguaglianza reale, quanto succede ad Altidona sembra il riflesso speculare di una perdita di valori allarmante.
Altidona 30 novembre 2008 Luigi Meconi