NOVEVITE
Udine - MARIO VESPASIANI alla Galleria Nuova Artesegno dal 16 feb al 5 mar 2006 a cura di Enzo Santese inaugurazione giovedi 16 febbaio 2006 ore 18,30 catalogo disponibile in galleria con i testi di Enzo Santese e Roberta Ridolfi Galleria Nuova Artesegno Palazzo Valentinis Borgo Grazzano 5 Udine durata e orari : dal 16 febbraio al 5 marzo 2006 dal martedi al sabato 10,00 -12.30 e 16,00 -19,30 Giovedi 16 febbraio alle ore 18,30 presso la Galleria Nuova Artesegno di Udine si terrà l'inaugurazione della mostra personale di Mario Vespasiani ( San Benedetto del Tronto 1978). Mario Vespasiani, già vincitore del Premio Pagine Bianche d'Autore nella Regione Marche nell'anno 2005-2006, è uno degli autori più interessanti della giovane pittura italiana emersi negli ultimi anni, con una pittura originale e coloratissima ha saputo trattare in pochi anni differenti tematiche con risultati entusiasmanti, del suo lavoro hanno già scritto critici di rilievo e giovani curatori, a fine febbraio la sua opera realizzata per la rassegna internazionale CowParade sarà battuta all'asta da Sotheby's di Firenze.
La mostra Novevite si sviluppa in una grande installazione di opere quadrate dello stesso formato, dove vengono identificati una serie di felini, l'idea principale è nata dall'osservazione attenta di un gatto soriano, che nelle pose e negli appostamenti giocava a fare la tigre. Un progetto coerente con la ricerca di Vespasiani, attraverso opere che si esaltano a vicenda dall'allestimento in galleria, sono tele apparentemente mocromatiche dove affiora più o meno riconoscibile uno sguardo mai domo.
Scrive Enzo Santese nel testo che insieme a quello di Roberta Ridolfi accompagnerà il catalogo: "Se il soggetto figurale si percepisce subito, l'opera avvince con la sua tematica, se invece si propone prima la pittura, allora si sviluppa un rapporto non mediato con il fruitore. In ogni tela si afferma un solo colore che, pur dentro uno schermo monocromatico, evidenzia una serie cospicua di tonalità affini, digradanti o ascendenti. Vespasiani fa vivere all'opera l'esito di un'affascinante ambiguità: da una parte le tinte, in genere calde, aggrediscono dando all'osservatore l'idea di un'accensione improvvisa, dall'altra, animali feroci come bestie, addomesticate dall'occhio dell'artista, si propongono allo sguardo con la loro tensione al gioco, inserite in un contesto di calda passionalità e di rapporto intenso tra uomo e animale. Questo avviene grazie alla vernice finale che esalta l'effetto del quadro dando voce anche ai ruggiti espressi dalla pittura". Cultura e Spettacoli, 2006-02-15
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