Biennale Adriatica di Arti Nuove
Inaugurazione dell'edizione 2006 - "CONTAGIO"
5 agosto, Ore 19, Palazzina Azzurra, San Benedetto del Tronto (AP)
BAAN edizione 2006, presentazione
Le ragioni del Contagio
"La parola contagio é qualcosa che al primo impatto, fa paura.
Fa paura perché prospetta l'ancestrale, ma attualissimo timore di essere toccati da qualcosa di negativo, che a suo volta possiamo trasmettere a chi ci é vicino.
Contagio però vuol dire anche espandersi rapidamente attraverso chi volente o nolente si trova sulla tua strada.
Non é un caso che tale metodologia d'azione sia diventata una degli strumenti di comunicazione più forti della contemporaneità.
Per questo, dedicare una biennale d'arte contemporanea al contagio, può contribuire a realizzare una fotografia quanto mai reale della società in cui viviamo.
In un mondo in cui la capacità di comunicazione aumenta esponenzialmente giorno dopo giorno, il livello di entropia é altissimo e l'arte contemporanea che per vocazione fugge qualsiasi punto di riferimento traduce questo aspetto attraverso l'annientamento dell'estetica comune.
Il bello, il brutto, qualsiasi cosa un'artista abbia voglia di comunicare é subordinato al come deciderà di arrivare al suo destinatario e alla forza con cui riuscirà a toccarlo.
In altre parole, Scomodando McLuhan, se il medium é il messaggio, il modo di veicolare l'arte rappresenta proprio la sua essenza contemporanea.
La Biennale Adriatica di Arti Nuove 2006 prova a percorrere questa strada attraverso due percorsi curatoriali in cui il Contagio é stato interpretato nelle accezioni precedentemente descritte.
"Aviaria" di Cristiano Seganfreddo é una mostra "en plen" air, in cui la portentosa, quasi surreale fobia di un contagio (l'Italia intera é stata tenuta in apprensione per la morte di un paio di cigni) diventa il titolo di una mostra tutta proiettata all'esterno, che tenendo in particolare considerazione il contesto vacanziero, si pone l'obiettivo di avvicinare quante più persone possibile. Gli spazi dati in mano agli artisti spesso sono strumenti di marketing, come i manifesti o i sacchetti (anche se della spazzatura), le cartoline, la fonica sulla spiaggia…
"Raid" di Antonio Arévalo, gioca sulla paura vera, quella di una guerra costante che si sposta da una parte all'altra del mondo, contagiando le diverse aree del globo.
Il Contagio di Arévalo é un conflitto che non finisce mai, ma si trasferisce da una parte all'altra, all'infinito.
Agli artisti é stato chiesto di guardare avanti, di prospettare un futuro che tenga in considerazione, un virus da cui forse non possiamo guarire.
Parallelamente ai due percorsi curatoriali, c'é louse (pidocchio).
La cosa migliore che potesse capitare ad una biennale dedicata al contagio é prendersi i pidocchi, essere terreno fertile per due operazioni spontanee, che si collocano sopra di essa e la usano per ottenere visibilità.
Il contagio contagiato per contagiare. Di meglio, sinceramente non potevamo chiedere.
il Direttore Artistico
Luigi Maria Perotti