ChelliAppunti
Il suicidio di queste ultime ore del mafioso Gaetano Lo Presti, sembra il replay del “suicidio” di Antonino Gioè uomo di “cosa nostra”. Antonino Gioè , il 29 Luglio 1993 dopo solo 48 ore dalla strage di via Palestro a Milano, cosciente di esser stato intercettato nell’appartamento di Via Ughetti a Palermo ,mentre parla con il mafioso La Barbera, giusto delle stragi del 1993, si è “suicidato” , come ebbe a scrivere in una lettera mai resa completamente nota, per salvare la sua famiglia da vendette mafiose trasversali. Malgrado tutte le assicurazioni attraverso i media , dopo la brillante operazione delle forze dell’ordine per tagliare la testa alla nuova “Commissione Provinciale “ di “cosa nostra”, all’interno della quale la mafia decide le sue operazioni più tragiche come le stragi, non ci sentiamo assolutamente rassicurati. Gli uomini di “cosa nostra” in carcere per le stragi del 1993 ,vogliono abolito il “41 bis” , così come vogliono vedere il Fondo 512 Legge del 1999 promulgata per il sostentamento delle vittime della criminalità organizzata, completamente depauperato delle risorse che derivano da beni loro confiscati, per ottenere tutto ciò temiamo che come si erano ripromessi con la strage di Firenze del 27 Maggio 1993, siano disposti ad andare fino in fondo. Chiediamo quindi che lo Stato dia un segnale pronto e forte attraverso quegli strumenti che sono stati istituiti per il contrasto alle organizzazioni mafiose quali il “41 bis” e il Fondo 512/99. Cordiali saluti
*Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
|