“Revolutionary Road” di Sam Mendes
Sorretto da una maiuscola prova degli attori e dalla regia patinata di Sam Mendes, “Revolutionary Road” porta con estrema efficacia sul grande schermo i personaggi di Frank e April, coniugi trentenni nella società americana degli anni Cinquanta dominata dalle convenzioni, creati nel 1961 dalla penna di Richard Yates.
Personaggi profondi e complessi, non sempre cristallini, anticonformisti e insieme schiavi del proprio anticonformismo. Mandano avanti il loro matrimonio avventurandosi in un percorso lontano dal paradiso, coltivano la propria originalità, progettano di cambiar vita e di volare in Europa senza accorgersi di star alimentando la marea che li distruggerà. Significativamente è il figlio dei vicini appena uscito dal manicomio a mettere Frank a April di fronte al crollo dei loro desideri: come se la pazzia, o semplicemente l’anormalità, fosse il punto di vista privilegiato per denunciare le crepe di una borghesia prospera solo in superficie.
Per qualcuno il vuoto carico di disperazione della vita quotidiana è lo scotto da pagare per l’agiatezza e il benessere di una villetta, un’automobile nel cortile, un lavoro rispettabile e, buon’ultima, una famiglia. La coppia che va avanti, che si trascina, che striscia, insomma la coppia che non esplode è la coppia in cui la passività e la rinuncia hanno la meglio sulle aspirazioni e sull’onestà nei confronti anzitutto di se stessa.
Frank e April, di fronte al progressivo distaccarsi della realtà quotidiana dalla follia del loro essere meravigliosi nel mondo, invece esplodono, tragicamente, inevitabilmente. Leo Di Caprio e Kate Winslet – sono loro gli splendidi interpreti di Frank e April – danno vita a una coppia che resta scolpita nella memoria, seguiti spesso dalla macchina senza stacchi colgono coi loro corpi e in modo sibillino coi loro volti la solitudine che può abitare le mura domestiche. Sam Mandes, che sa essere caldo anche quando è misurato e distaccato, fa ancora centro. C’era da dubitarne?
|