ANALISI DEGLI ESITI DELLE URNE GROTTAMMARESI
Le recenti votazioni politiche a Grottammare presentano, come di consueto, un’affluenza al di sopra della media nazionale, stavolta addirittura con un 5% in più (85% a Grottammare contro 80% in Italia), grazie anche alla concomitante elezione del consiglio comunale e del sindaco.
La coalizione guidata da Berlusconi conferma a Grottammare il suo vantaggio nei confronti della parte avversa con il 44% alla camera e il 45% al senato, contro un 39% della coalizione di Veltroni in entrambe le urne. I risultati dei due principali partiti, “il popolo della libertà” da una parte e il “partito democratico” dall’altra, sono superiori ai relativi dati su base nazionale, sintomo di come l’elettorato Grottammarese sia ben più polarizzato dell’elettorato nazionale e dimostrando così una particolare attenzione al dibattito politico, che in generale si indirizza proprio in questo senso. In particolare, il “popolo della libertà” risulta superiore di ben 5 punti alla camera e al senato rispetto agli esiti nazionali, dimostrando come questo progetto politico trovi particolare gradimento nei cittadini di Grottammare.
I dati relativi alle formazioni minori riportano generalmente un risultato migliore al senato che non alla camera, ad ulteriore dimostrazione dell’interesse dell’elettorato grottammarese alle questioni politiche, con una risposta positiva all’appello del cosiddetto “voto utile”, anche se in misura minore rispetto alla totalità degli italiani.
Dalle votazioni amministrative si evidenzia un differente indirizzo nelle scelte dell’elettorato grottammarese. Dalle urne esce la vittoria di Merli il quale, sebbene perda 8 punti rispetto al 2003, totalizza il 46%, ricorrendo ad una campagna elettorale pianificata e messa in atto con il solito metodo già collaudato nelle passate esperienze. Il riconfermato sindaco di Grottammare però, a differenza del suo primo mandato, trova un consiglio comunale nel quale l’opposizione, nel suo insieme, rappresenta la maggioranza assoluta dei grottammaresi. Di questo dovrà tenere conto nei 5 anni di governo che gli si prospettano, evitando certe disinvolture che invece hanno caratterizzato alcuni passaggi nello scorso lustro.
“Grottammare Futura” incassa il 15% dei suffragi, equamente distribuiti sul territorio, segnale inequivocabile di un buon lavoro eseguito non solo nel corso di una campagna elettorale ben pianificata, ma anche di un’accurata scelta dei candidati. La conquista di 2 consiglieri a palazzo Ravenna è quindi il meritato frutto di un lavoro metodico e razionale.
“Il popolo di Grottammare” subisce la propria impreparazione che si è evidenziata fin dai suoi primi passi, avendo cambiato almeno tre candidati sindaco ufficiali nel giro di pochi giorni. Il risultato di uno scarso 4% discende direttamente da una maldestra improvvisazione con la logica conseguenza di non ottenere l’elezione a consigliere comunale nemmeno della candidata sindaco.
“Il Popolo della Libertà” invece paga alle amministrative un calo dell’11% rispetto al risultato delle consultazioni politiche, raggiungendo solo il 33% dei consensi. Rispetto al 2003, inoltre, si è passati da quota 3'881 a quota 3'372, con una perdita di 509 voti, che, in presenza di un aumento dei votanti di circa 1'000 unità, è una cifra non indifferente e soprattutto non spiegabile con la sola presenza di due candidati sindaco in più o con le difficoltà organizzative della campagna elettorale, peraltro superate solo grazie allo stoico impegno di alcuni dei candidati. Approfondendo l’analisi, si nota che circa i 2/3 (due terzi) dei voti collezionati quest’anno dal centrodestra siano con preferenza ad un candidato al consiglio comunale ed il restante 1/3 (un terzo) siano soli voti di lista. Questo dato non si scosta da quello delle altre liste, dove infatti la proporzione è la medesima, ma ad una analisi più attenta emerge che tutti i consiglieri uscenti nuovamente candidati hanno avuto un calo di preferenze rispetto al 2003: Roberto Marconi 42 preferenze in meno, Filippo Olivieri 149 preferenze in meno, Raffaele Rossi 42 preferenze in meno, Mariano Ascani 88 preferenze in meno ed il sottoscritto Daniele Voltattorni con una perdita di 17 preferenze, per un totale di 338 consensi persi, ovvero il 66% del calo complessivo della lista. Al contrario, chi non si è seduto in consiglio comunale e si è nuovamente candidato in questa tornata elettorale dopo quella precedente, ha avuto un aumento di consensi: Giuliano Vagnoni 71 preferenze in più e Tiziana Stampatori con 35 preferenze in più rispetto al 2003.
In un contesto simile, con un elettorato attento, polarizzato e partecipe, la vittoria di Merli è spiegabile con il fatto che in lui si vede il Veltroni o il Berlusconi locale. Quest’ultimo forse anche di più, vista la preponderanza dello stesso nelle urne di Grottammare che è la stessa Grottammare che ne ha determinato la rielezione. Viceversa il centrodestra, in mancanza di una guida alla stessa altezza e soprattutto di un gruppo ben organizzato che la supporti, perde credibilità e sconta il proprio consenso, in particolare nelle sue figure di maggiore visibilità sul territorio, nei partiti e nelle istituzioni. Per uscire da questa situazione il centrodestra grottammarese è obbligato a riflettere e a cambiare strada anziché accanirsi sempre nella stessa direzione, prendendo coscienza dei propri limiti, difetti ed errori ponendovi umilmente rimedio con onestà, responsabilità, impegno e serietà. Questo sarà sicuramente un percorso lungo, difficile e doloroso, ma è altrettanto certo che non vi è altra via per cambiare i risultati, dato che è di per sé evidente che se si continua a fare ciò che finora si è fatto si otterrà quello che finora si è ottenuto.
Daniele Voltattorni
Grottammare, li 18 aprile 2008