“I PASSI della MEDICINA”
L’ingegneria genetica ha messo a punto principi attivi che stanno modificando sia le terapie mediche, sia i test allergici. Gli anticorpi monoclonali, a differenza degli altri, distinguono le cellule malate da quelle sane e le aggrediscono in modo mirato favorendo enormemente i processi curativi. Due le applicazioni di recente utilizzo e dal risultato sbalorditivo: nella psoriasi e nel tumore al seno. La psoriasi è una malattia autoimmune: alcune cellule impazziscono e aggrediscono i tessuti sani dell’organismo dando origine a infiammazioni. I farmaci sino ad ora usati indebolivano il sistema immunitario poiché agivano su tutte le cellule, quello “monoclonale” neutralizza direttamente l’attività del Tnf-alfa, responsabile dell’infiammazione, spegnendo il focolaio in tempi brevi. Si chiama infliximab ed è stato approvato dall’Emea (ente europeo farmaci). Numerose ricerche hanno testato la sua efficacia, tra queste lo studio Express pubblicato in novembre 2005 su Lancet, rivista scientifica a tiratura internazionale. Il principio attivo adottato contro il cancro è detto trastuzumab e attacca le cellule che compongono l’Her-2, un recettore in grado di moltiplicarsi velocemente e difficile da trattare. Lo studio internazionale Hera, ad un recente congresso di senologia, ha dimostrato che il trastuzumab, somministrato dopo cicli di chemioterapia, riduce il rischio di recidiva nel 46% dei casi. Riguardo ai test allergici, usando le nanotecnologie, si analizza ogni molecola e si individuano con precisione quelle allergeniche. Il metodo è stato messo a punto lo scorso aprile presso l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma ed è possibile usufruirne solo lì, per ora. Agli esami tradizionali occorre sottoporsi più volte, mentre quest’ultimo permette una diagnosi a partire dalla prima seduta. La procedura è semplice: si mette una goccia di sangue su una scheda che contiene 76 allergeni, quelli riscontrati più frequentemente, il risultato finale è l’individuazione di tutte le proteine verso cui l’organismo dimostra intolleranza. Altro cambiamento investe la diagnosi della celiachia, disturbo dell’organismo che fa scattare difese incontrollate verso la gliadina, una proteina del glutine. Per diagnosticare quest’allergia c’è una procedura dolorosa e sofisticata: la gastroscopia con biopsia della mucosa intestinale. Oggi è possibile effettuare un test preliminare, una striscia reagente in vendita nelle farmacie e sottoporsi all’esame solo se si riscontrano esiti positivi, con un’affidabilità del 96%. Interventi mirati come questi non sono che i primi passi verso la farmacogenomica volta a personalizzare le terapie e prevenire i disturbi grazie allo studio dei filamenti di DNA.
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