Rugby/ Mondiale 2015- 2019 presentata la candidatura azzurra a Dublino
di Sergio Conti
Duemila anni di storia, ottanta anni di rugby, dieci edizioni del Sei Nazioni alle spalle, un Paese senza eguali al mondo per fascino, cultura, passione per lo sport. Oggi, la candidatura italiana ad ospitare la Rugby World Cup del 2015 o del 2019 è stata presentata ufficialmente ai membri del Consiglio dell’ International Rugby Board nella cornice del Royal College of Physicians, nel corso di una lunga mattina che ha visto succedersi sul palco le varie Federazioni in corsa per ospitare le edizioni della rassegna iridata che faranno seguito a quella del 2011 in Nuova Zelanda. La concorrenza, per l’ Italia, è agguerrita – Giappone, Inghilterra e Sudafrica hanno avanzato le rispettive candidature – ma dopo la presentazione di questo pomeriggio nella Capitale irlandese, la sfida lanciata nei mesi scorsi dal Presidente della FIR Giancarlo Dondi ha tutte le carte in regola per abbandonare i contorni incerti del sogno e trasformarsi, in poco più di due mesi – l’ IRB sceglierà le due candidature vincenti il prossimo 28 luglio - in solida realtà. Ad illustrare il "bid" italiano, insieme al Presidente Dondi, il Sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega allo Sport On. Rocco Crimi, il consigliere federale FIR Andrea Rinaldo ed il capitano della Nazionale Italiana Rugby Sergio Parisse. La presentazione dettagliata del progetto italiano è arrivata ventiquattro ore dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della legge dello Stato sulle garanzie economiche necessarie per organizzare la RWC, come ribadito dal Sottosegretario Crimi durante l’ incontro di oggi: «Il Parlamento ha approvato all’ unanimità la legge sulla garanzia economica per i Mondiali di rugby, e la FIR ha il pieno sostegno del Governo per portare nel nostro Paese la terza, più importante manifestazione sportiva del mondo dopo i Giochi Olimpici ed i Mondiali di calcio». Il Presidente Dondi, nel corso del proprio intervento, ha sottolineato l’ appoggio incondizionato del CONI alla candidatura italiana e l’ enorme crescita registrata nell’ ultimo decennio dal movimento, crescita che ha permesso alla FIR di raggiungere oggi gli ottantamila tesserati: «Siamo presenti in oltre duemila scuole, raggiungiamo ogni anno oltre duecentomila nuovi possibili praticanti e, contemporaneamente alla nostra base, stiamo sviluppando con efficacia l’ alto livello. Oggi, in Italia, operano quattro accademie. Diventeranno in breve tempo otto, un aspetto fondamentale per la nostra crescita internazionale. E l’ ingresso nella Celtic League, dal 2010/ 2011, ci consentirà di imprimere una svolta professionistica, con inevitabili ricadute positive sulla competitività della Nazionale: da questo aspetto, soprattutto in vista di un Mondiale nel nostro Paese, non possiamo prescindere». Il Presidente federale ha concluso il proprio intervento invitando l’ IRB a puntare sull’ Italia e su una rassegna iridata italiana per allargare ulteriormente i confini del gioco del rugby. Andrea Rinaldo, Consigliere Federale FIR e professore presso le Università di Losanna e Padova, ha analizzato dettagliatamente di fronte al Consiglio IRB il progetto italiano: «Possiamo contare sul sostegno dell’ intero apparato politico, su un Paese senza pari per bellezza, per storia, per capacità di accogliere i propri ospiti. I Mondiali di rugby coinvolgeranno tutta la nostra Penisola, da Nord a Sud, consentendo al nostro sport di radicarsi ancor più nell’ immaginario collettivo italiano». Rinaldo, docente di ingegneria idraulica, ha evidenziato inoltre le capacità italiane di organizzare grandi eventi sportivi – «l’ultimo esempio sono le Olimpiadi Invernali di Torino 2006» – e l’ impatto ambientale ridotto della RWC italiana: «Il treno, grazie allo sviluppo dell’ alta velocità, sarà il mezzo di trasporto primario del Mondiale italiano, sia per le squadre coinvolte che per i tifosi». Tifosi che, nelle proiezioni del Comitato Promotore, dovrebbero raggiungere i 2.6 milioni di unità nel corso del torneo, con una percentuale di riempimento dei dieci stadi su cui la manifestazione si articolerà pari all’ 85%. «Sul fronte televisivo – ha aggiunto Rinaldo – puntiamo invece a raggiungere i quattro miliardi e mezzo di spettatori complessivi». Sergio Parisse, capitano degli Azzurri con sessantadue caps e due partecipazioni alla Rugby World Cup già al proprio attivo a soli venticinque anni, ha raccontato invece «il mio sogno, e quello di tutti i rugbisti italiani, di vivere un Mondiale nel nostro Paese. Non c’ è nulla che emozioni come una Coppa del Mondo, che regali le stesse sensazioni a giocatori e pubblico e che sia in grado di garantire la crescita del movimento e della Nazionale. E’ meraviglioso pensare che, oggi, una Rugby World Cup nel nostro Paese possa diventare realtà». Questi gli stadi inseriti nella candidatura italiana alla Rugby World Cup 2015/2019 e le relative capienze: STADI - CAPACITA’: Genova - 36.536; Torino –27.550; Marsiglia – 63.012; Milano – 80.081; Verona –42.160; Padova – 32.420; Roma – 80.000; Firenze- 47.282; Napoli – 76.824 e Palermo – 36.861.
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