Sono troppi i lupi mannari.
2006-06-26 - Mi sono rivolto a uno specialista laringoiatra perché visitasse la mia bambina sofferente di iper adenoidismo e tonsillite. Mi aspettavo che questo medico si occupasse dei problemi dei suoi problemi di salute in maniera accurata e approfondita e che mi seguisse nell’eventuale decorso postoperatorio. Fui soddisfatto. Ancora oggi, che sono passati tre anni dall’intervento, egli controlla regolarmente che tutto sia andato a posto e, soprattutto, che non vi siano problemi di altro tipo derivati dall’operazione.
Questo medico ha fatto il suo dovere.
Quando qualcosa non funziona in casa valutiamo a chi rivolgerci: un elettricista, un fabbro o un idraulico, dipende dal tipo di guasto. Se, per esempio, un elettricista ripara un interruttore e dopo due giorni questo torna a guastarsi, sarà lui a risponderne garantendoci un nuovo intervento in maniera gratuita. Peccato che non sia così semplice quando parliamo di bambini.
Esempi banali possono rendere l’idea se adesso, fermandoci cinque minuti a riflettere, ci porgiamo alcuni interrogativi in merito all’operato del Tribunale dei minori che, a differenza del Tribunale ordinario, dovrebbe essere l’organo specializzato e preposto a tutelare il benessere dei figli e, di conseguenza, dei loro genitori. Ma andiamo per gradi. Chi è Rosa Carlucci, la mamma dei fratellini di Gravina di Puglia? Il paese mormora che sia una donna senza anima. Non saremmo invece di fronte all’ennesimo caso di bambini sistemati e mai più seguiti dal tribunale dei minori che ne aveva deciso le sorti? Che fine hanno fatto gli assistenti sociali che avrebbero dovuto garantire la serenità dei minori? Questa donna, Rosa, vista come un essere senza sentimenti, come ha vissuto il fatto che i suoi figli siano stati affidati soltanto al padre? Il tribunale dei minori ha provveduto in qualche maniera ad assicurare un percorso psicologico dei genitori, soprattutto di quello non affidatario, in modo che questi ragazzi non dovessero correre dei rischi?
Non sappiamo un bel niente. Non siamo ancora al corrente di dove si trovino Francesco e Salvatore, ma una cosa è certa, qualcosa in quella famiglia ‘scoppiata’ non funzionava, un piccolo ingranaggio dell’illusorio meccanismo del ‘tutto a posto’ non ha funzionato e, ancora una volta, due innocenti ne sono andati di mezzo.
A questo punto la domanda sorge spontanea. Qual è la differenza tra il tribunale dei minori e quello ordinario? Il primo dovrebbe accertarsi che i minori vengano ‘veramente’ tutelati, assicurando loro l’effettiva e immediata bigenitorialità e, nei casi in cui motivi provati rendano impossibile l’affidamento condiviso perché, per esempio, uno dei genitori è indegno, dorebbero essere doppiamente seguiti a tempo indeterminato. Cosa ne sappiamo di come possa reagire un padre o una madre a cui viene tolta la potestà genitoriale? Bisognerebbe assicurare, per esempio, un percorso psicologico per genitori e figli onde evitare che accadano fatti incresciosi di cui conosciamo soltanto l’epilogo ma non i motivi scatenanti. Ci scandalizziamo che i due fratelli avessero i pidocchi e nessuno si fosse curato di disinfestarli.
Non si conosce il colpevole della sparizione dei fratelli di Gravina ma molti puntano il dito sulla freddezza materna. E’ facile addossare colpe ma noi non sappiamo molto. Ancora una volta, secondo il mio modesto punto vista, il lavoro eseguito del tribunale specifico incaricato alla sorte di minori è rimasto a metà. Non si può decidere di affidare a un solo genitore un minore e passare al caso successivo senza considerare l’eventualità di aver sfasciato un equilibrio dimenticando di verificare, negli anni a venire, che tutto proceda nel verso giusto; è impensabile non considerare la possibilità che ci sia un adulto che perda la testa o che non si siano venute a creare situazioni di sofferenza dei bambini. Se un tribunale dei minori non prevede queste eventualità, tanto vale che a stabilire l’affidamento dei bambini sia il tribunale ordinario, ci guadagneremmo almeno nei tempi, visto che quest’ultimo è più celere.
Non stiamo parlando di interruttori malfunzionanti o di serrature difettose, discutiamo di bambini. Quando si tratta di minori le precauzioni e le responsabilità non possono e non devono mai essere considerate eccessive o di non competenza delle istituzioni che giocano allo scarica barile. Chi tutela i bambini dagli errori del tribunale dei minori? Chi tutela i minori dalla debolezza psichica indotta del genitore non affidatario? Chi si prende carico del controllo della situazione minorile dopo la separazione dei genitori? Chi segue psicologicamente la famiglia prima che arrivi alla separazione?
Urge un avvocato del bambino, un tutor o, almeno, un tribunale che esegua fino in fondo il proprio dovere, senza porsi dei limiti di responsabilità. Se questo non è possibile che venga abolito e che sia un tribunale ordinario a gestire l’affidamento. Quale governo, quale colore politico si occuperà di istituire una o più figure incaricate al controllo del pre, del durante e del post affidamento dei minori? Queste figure altamente professionali andrebbero stipendiate, lo so, ma in Italia per i bambini si fa qualsiasi cosa. O no?
Non limitiamoci a cercare il lupo mannaro della vicenda dei ragazzi di Gravina, e domandiamoci, piuttosto, dove riposassero gli assistenti sociali e le istituzioni quando ancora non splendeva la luna piena. Dov’erano gli assistenti sociali quando non si accorsero di quella mamma,sempre in Puglia, che, colta da follia, lasciava che sua figlia, di soli nove mesi, morisse per deperimento? Nemmeno l’aveva fatta vaccinare. Gli assistenti avevano bussato alla porta di casa, la donna non apriva quindi se ne andavano convinti che le loro responsabilità non andassero oltre al tentativo di visita.
Sono troppi i lupi mannari.
Cosmo de La Fuente ( da www.familiafutura.blogspot.com)