UniMc: ripresa la campagna di scavo a Campo della Fiera
Sono riprese agli inizi di luglio, in località Campo della Fiera di Orvieto, le ricerche archeologiche del Dipartimento di Scienze Archeologiche e Storiche dell'Antichità dell'Università di Macerata, dirette da Simonetta Stopponi, ordinario di Etruscologia e direttore del Dipartimento, coadiuvata da Claudio Bizzarri, Claudia Giontella, Marco Broncoli e dai laureati di Macerata che seguono lo scavo fin dal 2000, data di inizio dei lavori. 15/07/2008 - Alla campagna di quest'anno, che proseguirà fino al 30 agosto, oltre agli studenti marchigiani partecipano allievi delle Università di Firenze, Napoli 1, Napoli 2, Napoli Orientale, Pavia, Roma-La Sapienza e Roma-Tor Vergata, Salerno, Viterbo, Venezia e delle Università straniere di Amsterdam e Leida (Olanda), Friburgo (Svizzera), Monaco (Germania) e di alcuni Atenei statunitensi (Stanford, Florida State University e University of Arizona).I lavori, condotti su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria, rientrano nell'ambito del progetto pluriennale generosamente finanziato sin dall'inizio dalla Banca Monte dei Paschi di Siena. L'Università di Macerata contribuisce al mantenimento degli studenti, il Comune di Orvieto e la Protezione Civile offrono alloggio gratuito e spazi per i depositi, la Comunità Montana "Monte Peglia e Selva di Meana" mette a disposizione mezzi per il movimento terra, mentre l'Opera del Duomo ha concesso per venti anni al Comune i terreni di sua proprietà per lo svolgimento delle ricerche. I risultati finora ottenuti sono di grandissimo interesse e documentano la notevole importanza storica di un sito che, se alcuni frammenti di VIII secolo a.C. rivelano frequentato già in età protostorica, fu destinato dalla metà del VI secolo a.C. ad essere sede di un santuario etrusco. La sua funzione di luogo sacro non soltanto perdurò in epoca romana, repubblicana ed imperiale, ma continuò fino ad età medievale divenendo sede della chiesa di San Pietro in vetere, finora considerata perduta. La continuità di culto sottolinea la rilevante importanza del luogo apportando elementi di conferma all'identificazione del santuario etrusco-romano con il Fanum Voltumnae, il santuario federale degli Etruschi invano cercato sin dal XV secolo.Nel corso della campagna del 2007 i lavori hanno consentito di mettere in luce quasi completamente la strada etrusca interna al santuario coperta da strati di riutilizzo contenenti altari etruschi e frammenti statuari di marmo greco. All'interno del recinto sacro sono emersi due imponenti altari e la base di una colonna. Un grande basamento in tufo di un edificio etrusco è stato scoperto nel settore meridionale dello scavo. I materiali annoverano pregevolissime ceramiche greche, terrecotte architettoniche, monete di vari periodi anche con esemplari greci e punico-siculi."La campagna in corso – sostengono gli esperti archeologi - apporterà sicuramente ulteriori novità per quanto riguarda sia il periodo etrusco e romano che quello medievale. E' proprio con le indagini che verranno condotte nella chiesa che gli scavatori intendono rendere omaggio a Francesco Satolli, amico e collaboratore non più con noi"
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