Mozambico, aiuto alle popolazioni colpite dalle inondazioni
(fonte: Medici Senza Frontiere) Le inondazioni in Mozambico sono un fenomeno stagionale: quest’anno, tuttavia, sono più estese a causa della combinazione tra le piogge in Mozambico e quelle nei paesi confinanti. Le dighe e gli argini non riescono a contenere il volume dell’acqua e stanno scaricando quantità eccessive nel bacino dello Zambesi. I piani di preparazione paiono funzionare in maniera efficiente; meccanismi di risposta sono presenti a livello locale e provinciale ma stanno raggiungendo il limite a causa dell’alto numero di località dove si riuniscono gli sfollati. Circa 71mila persone si trovano attualmente in centri di accoglienza e 50mila in zone di transito. Il Governo del Mozambico e l’Istituto nazionale per la Gestione dei Disastri stanno compiendo un grande sforzo nel montare le operazioni di soccorso. Il principale obiettivo delle operazioni di Medici Senza Frontiere (MSF) è quello di fornire assistenza di base per un periodo da uno a due mesi, distribuire teli di plastica per costruire rifugi temporanei e fornire generi di prima necessità (taniche per l’acqua, kit d’igiene e utensili per cucinare, coperte e zanzariere) per garantire condizioni igieniche minime nei campi. MSF metterà inoltre in piedi un sistema di sorveglianza nei centri sanitari per monitorare la situazione nutrizionale e identificare eventuali epidemie come morbillo e malattie diarroiche, compreso il colera. MSF ha avviato una missione di valutazione il 2 febbraio a Mutarara e Tete, e ha subito iniziato a fornire acqua e ripari a 2.900 sfollati in due campi. Una seconda missione di valutazione è iniziata il 13 febbraio nelle province di Sofala e Zambezia. MSF ha deciso di concentrare le sue operazioni nel sud del distretto di Mutarara, nella regione di Inhangoma, tra le province di Sofala e Zambezia, e nei distretti di Mopeia e Chinde, nel sud della provincia di Zambezia. Nel sud del distretto di Mutarara ci sono circa 41.500 persone sfollate registrate nei centri di accoglienza, ma l’accesso alla zona non è semplice: la strada da Nyamayabue (la capitale del distretto di Mutarara) a Inhamgoma è stata inondata per tre settimane e la sola possibilità di raggiungere la popolazione è via mare o via elicottero. L’equipe si trova sul posto dal 2 febbraio ed è stata rinforzata sabato scorso. Sono stati costruiti un sistema idrico e delle latrine nei campi di Nhumbo e Bawe, dove vivono circa 2.900 persone. Considerando la difficoltà delle diverse opzioni per raggiungere Mutarara, si è deciso di spostare la base logistica a sostegno delle operazioni a Blantyre, in Malawi. Ieri, un camion che trasportava due imbarcazioni è partito alla volta di Mutarara. Più di 16mila sfollati si troverebbero in questo momento nei distretti di Mopeia e Chinde in diversi campi. Un primo camion con materiale d’igiene e sanitario, attrezzi per costruire alloggi temporanei e un’imbarcazione sono arrivati ieri a Mopeia per permettere all’equipe di avviare attività igieniche e per la fornitura dell’acqua e per effettuare distribuzioni di materiali nei due campi di "Zona Verde" e "24 Luglio". Un aereo con 23 tonnellate di materiale (kit sanitari, zanzariere, ecc.) è giunto a Quelimane questa mattina e un altro con 27 tonnellate atterrerà giovedì a Blantyre (Malawi).