Continua la stagione teatrale dell’Hangar Cult Lab di Ancona. Dopo l’apertura ad ottobre con il Teatro Drao ora è il turno della compagnia aretina CapoTrave che presenterà lo spettacolo Robinsonade. L’appuntamento di giovedì 6 e venerdì 7 novembre apre la sezione chiamata Ticket A/R, ovvero spettacoli nati dal connubio tra le direzioni artistiche di due spazi teatrali come il Mulino di Amleto di Rimini e appunto l’Hangar CultLab di Ancona.
Giovedì 6 e venerdì 7 novembre l’Hangar Cult Lab ospiterà la compagnia aretina CapoTrave con lo spettacolo “Robinsonade”. Lo spettacolo aprirà il ciclo di appuntamenti chiamati Ticket A/R, nati dalla collaborazione tra il Mulino di Amleto di Rimini e lo spazio della Compagnia Vicolo Corto di Ancona. “Robinsonade” è una coproduzione Kilowatt Festival - Armunia Festival Costa degli Etruschi, in collaborazione con il Comune di Pieve Santo Stefano (Ar) e Rialto Santambrogio di Roma. Lo spettacolo nasce da un’idea di Lucia Franchi e Luca Ricci che cura anche la regia.
Ci troviamo di fronte ad “un uomo solo, un’isola deserta: fascino e violenza di questa condizione. Spingersi oltre le soglie della quotidianità, dove le intensità del corpo si muovono libere, nel segreto interiore dell’uomo, fuori dalla progressione luminosa della storia. L’isola è l’altrove. Sta sotto il nostro mondo, ne è il capovolgimento. Sull’isola finisce tutto quello di cui ci liberiamo. Il naufragio è un incubo, però l’isola è anche il luogo di un nuovo inizio: la piazza pulita da cui può rinascere ogni cosa. Ma la civiltà regge ancora alla verifica della natura? Oppure l’isola ha un volto oscuro, irto di insidie e cupamente magico?”
CapoTrave è una compagnia nata a Pieve Santo Stefano (Ar) nel gennaio 2003 e che opera tra la Toscana e Roma. Ha la propria residenza presso il Teatro Comunale di Pieve dove promuove una stagione teatrale con spettacoli di innovazione. In Valtiberina Toscana, inoltre, CapoTrave organizza Kilowatt un importante festival nazionale dedicato ai giovani gruppi della ricerca teatrale. Gli spettacoli precedenti sono: Felicità (co-prodotto dal Teatro Libero di Palermo, 2003), La Festa della Regina (2005) e I Supermaschi (2007).
Il costo del biglietto rimane immutato dall’anno scorso 7,00 €. L’ingresso è riservato ai soli soci Arci. Inizio spettacolo ore 21.30.
Per informazioni: compagnia@vicolocorto.it – 071.2900915 – 328.7908884
CapoTrave
in
Robinsonade
COPRODUZIONE Kilowatt Festival - Armunia Festival Costa degli Etruschi
IN COLLABORAZIONE CON Comune di Pieve Santo Stefano (Ar) – Rialto Santambrogio
di Roma
ideazione e drammaturgia Lucia Franchi e Luca Ricci
collaborazione alla drammaturgia e azione Simone Faloppa e Pietro
Naglieri
scena Alessandro Rosa e Licoris Lelli
disegno luci Luca Giovagnoli e Stefan Schweitzer
regia Luca Ricci
Un uomo solo, un’isola deserta: fascino e violenza di questa
condizione. Spingersi oltre le soglie della quotidianità, dove le
intensità del corpo si muovono libere, nel segreto interiore
dell’uomo, fuori dalla progressione luminosa della storia.
L’isola è l’altrove. Sta sotto il nostro mondo, ne è il
capovolgimento. Sull’isola finisce tutto quello di cui ci
liberiamo.
Il naufragio è un incubo, però l’isola è anche il luogo di un
nuovo inizio: la piazza pulita da cui può rinascere ogni cosa. Ma
la civiltà regge ancora alla verifica della natura? Oppure l’isola
ha un volto oscuro, irto di insidie e cupamente magico?
L’isola è affogata sotto tre strati di plastica: è la
rappresentazione diretta di una violenza, apparentemente
inespressa, con cui si confrontano oggi tutti i tentativi di dare
a sé un nuovo inizio.
Cento kg di gommapiuma e più di mille sacchetti di plastica sono
l’ambiente contro cui sopravvivere. Un luogo pieno di segni della
nostra contemporaneità ma anche tremendamente vuoto, che non
risponde, più duro di qualsiasi natura ostile.
LA COMPAGNIA
CapoTrave è una compagnia nata a Pieve Santo Stefano (Ar) nel
gennaio 2003 e che opera tra la Toscana e Roma. Ha residenza
presso il Teatro Comunale di Pieve dove promuove una stagione
teatrale con spettacoli di innovazione. In Valtiberina Toscana,
CapoTrave organizza Kilowatt, l’energia del nuovo teatro, un
importante festival nazionale dedicato ai giovani gruppi della
ricerca teatrale .
La maggior parte delle energie della compagnia è orientata alla
produzione degli spettacoli. Ognuno dei lavori presentati viene
concepito come un ingranaggio da costruire in tutte le sue parti,
dalla scrittura drammaturgica alla ricerca dei finanziamenti,
dalla scenografia alla promozione del lavoro.
Gli spettacoli precedenti sono: Felicità (co-prodotto dal Teatro
Libero di Palermo, 2003), La Festa della Regina (2005), I
Supermaschi (2007.
Il Crusoe contemporaneo di CapoTrave
di Graziano Graziani
da “Carta” n° 31, 29 agosto-4 settembre 2008
Cosa sarebbe accaduto se Robinson Crusoe avesse fatto naufragio su un’isola fatta di sacchetti di
plastica, spazzatura, rifiuti, anziché approdare nella natura incontaminata descritta da Defoe?
È la visione inquietante e significativa che ci propone “Robinsonade”, la nuova produzione della
compagnia CapoTrave, presentata quest’estate al festival di Castiglioncello e a Sansepolcro,
nell’ambito di Kilowatt.
Scritto e ideato da Lucia Franchi e Luca Ricci, che ne cura anche la regia, “Robinsonade” ci mette
davanti un altrove letterario tra i più famosi, mutato dall’uomo in un ammasso di rifiuti. Il rapporto
con la natura e l’ambiente muta di segno ma resta ostile: prima una natura selvaggia da domare, ora
un ambiente compromesso in cui a stento si trovano elementi per sopravvivere – l’acqua, che
Robinson (Pietro Naglieri) beve da involucri di plastica sigillati, e il cibo, mele cadute dal cielo,
vanno a mischiarsi al mare di plastica e gommapiuma.
Il pubblico è invitato a disporsi in cerchio attorno all’isola, una struttura circolare fatta interamente
di sacchetti di plastica, dentro la quale si muovono un Robinson guardingo e taciturno e un Venerdì
(Simone Faloppa) isterico e logorroico, abitante di lunga data dell’isola. Venerdì ricorda a Crusoe le
concause che hanno spinto prima lui, sporco e trasandato parassita sociale, e ora Robinson, bianco
rappresentante della media borghesia dei consumi, fuori dalla società, alla deriva, nel mare di
spazzatura creata dall’opulenza cieca dell’occidente. Rifiuti umani tra i rifiuti di plastica. La
formula magica della società dell’esclusione.
Nel monologo di Venerdì ogni tassello del nostro modo di vivere “socialmente accettabile” mostra
violentemente la sua scoria: le merci producono rifiuti materiali; la cittadinanza produce i “rifiuti
umani” stoccati nei Cpt; la ricchezza produce l’accattonaggio, ostracizzati in maniera bipartisan
(dalla destra romana, che vieta il “rovistaggio” e il “bivacco”, alla sinistra fiorentina che dà la
caccia ai lavavetri). Non basta ricacciare i barbari nelle loro isole di spazzatura. Le regole della
contemporaneità impongono una rimozione totale, ammantando l’esclusione di termini come
“decoro urbano”. Ma anche la rimozione lascia le sue scorie, e così l’isola che si illumina di colpo,
trasformando i sacchi di rifiuti nelle luci calde e avvolgenti di una varietà (o forse, trattandosi di
un’isola, di un reality show), ci ricorda come quei rifiuti non solo continuino ad esistere, ma stanno
avvelenando, oltre all’ambiente in cui viviamo, anche le nostre menti.
Impreziosito dall’interpretazione energica di Faloppa e dal Robinson grottesco di Naglieri, lo
spettacolo sarà in giro all’inizio della prossima stagione.