VIRTUOSE LE MARCHE SUGLI INFORTUNI SUL LAVORO
08/11/2007 - Nelle Marche gli infortuni avvenuti nel 2006 sono stati 33.590 rispetto ai 34.527 del 2005, con una flessione pari a -2,7%. La nostra regione registra un calo degli infortuni: più del doppio di quello registrato a livello nazionale (-1,3%). Il calo assume maggior rilievo se si considera che nello scorso anno il numero degli occupati è cresciuto dell’1,9%. Anche nel settore dell’agricoltura la diminuzione degli infortuni è stata considerevole; la variazione percentuale rispetto al 2005 è di –7,9. La provincia più virtuosa è Ascoli Piceno che, con le 6.636 denunce registrate, può annotare un calo delle stesse pari al 5,9% rispetto al 2005. Seguono Pesaro (-4,1%), Ancona (-1,2%) e Macerata (-0,1%). Le Marche, insomma, hanno finalmente abbandonato i primi posti della classifica negativa dell’indice di frequenza degli infortuni passando dal quarto al settimo posto, con prospettive di ulteriore miglioramento per il 2008. Questi sono i dati illustrati dal direttore regionale Inail Marche, Sandro Passamonti, dal direttore del dipartimento Politiche integrate per la sicurezza e protezione civile, Roberto Oreficini e dal dirigente della Sanità pubblica, Tagliavento Giuliano, durante l’incontro avvenuto presso la sede dell’Ente regionale. Il positivo andamento infortunistico regionale è dovuto alla realizzazione di iniziative in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro attraverso due “Protocolli d’intesa” stipulati in passato tra Inail e Regione Marche e il terzo che sarà firmato entro fine mese. I contenuti di quest’ultimo, oltre a dare continuità ai precedenti protocolli, sviluppano la programmazione delle attività sul campo, la promozione culturale della salute e della sicurezza sul lavoro nella scuola e l’attività di analisi sulle più rilevanti patologie professionali come il “mal di schiena” e tra le più gravi i tumori professionali. L’indagine ha anche rilevato che nel 2006 c’è stato un aumento del 14,7% con 1.835 denunce di malattia professionale, a fronte delle 1.600 del 2005. Questo dato negativo va interpretato confrontandolo con le malattie non tabellate che nel 2006 risultano 1.707 e cioè, pari al 93% delle totali. (a.f.)
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