Codice Rosso Ancona - Seconda giornata del convegno “Codice rosso”: presentata la ricerca “Bellezza e fragilità:l’Italia delle emergenze di protezione civile” I PICCOLI COMUNI PIU’ A RISCHIO CALAMITA’ Nel corso della seconda giornata del convegno “Codice Rosso” è stata presentata da Marcello Fiori, direttore dell’ufficio Gestione delle Emergenze del Dipartimento della Protezione Civile, l’indagine realizzata dallo stesso Dipartimento e che ha interessato i piccoli comuni italiani. Presenti, tra gli altri, Secondo Amalfitano, sindaco di Ravello e presidente Consulta nazionale Anci piccoli comuni e alcuni sindaci italiani. La ricerca ha messo a fuoco i diversi tipi di rischio (sismico, idrogeologico e industriale) in relazione alla popolazione esposta nei territori più pericolosi attraverso l’indice di dipendenza. Quest’ultimo è il rapporto percentuale avente a numeratore la somma tra la popolazione con età 0 - 14 anni e quella di 65 e a denominatore la popolazione da 15 a 64 anni. L’indice di dipendenza nelle Marche su 246 comuni è del 53,17%. L’importanza di questo indicatore è notevole perché mostra il grado di risposta della gente quando si verifica un’emergenza e per le istituzioni quali le azioni efficaci di protezione civile per fronteggiarla. Inoltre, dall’analisi dei dati emerge che ampie aree di alcune regioni d’Italia sono interessate a tutte le tipologie di rischio. L’84% del territorio nazionale è classificato con elevato rischio sismico (Zona 1) ed interessa in particolar modo i piccoli comuni. In Zona 1 risultano 212 comuni su 261 della Calabria, 114 su 231 della Campania, 80 su 91 dell’Abruzzo e 53 su 59 del Friuli Venezia Giulia. Le Marche, l’Umbria e il Lazio hanno quasi il 100% del territorio interessato al rischio idrogeologico con frane ed esondazioni. Infatti, su 246 comuni marchigiani 244 vivono questo rischio, mentre per quanto riguarda il rischio industriale la nostra regione può stare tranquilla. Un altro aspetto colto dall’indagine è stato quello di vedere l’organizzazione del servizio comunale di protezione civile. Un Comune su due possiede un piano di emergenza che permette al sindaco di predisporre interventi urgenti in caso di calamità. Attraverso un questionario inviato a circa 4 mila Comuni è stato evidenziato che solo 2 mila hanno individuato un referente organizzativo della struttura di protezione civile. A questa situazione di fragilità naturale e antropica del territorio nazionale purtroppo i piccoli comuni più a rischio non hanno sufficienti risorse finanziarie per realizzare un’adeguata politica di prevenzione a causa degli esigui budget che dispongono. Il sindaco per difendere il proprio territorio e la propria collettività deve necessariamente avere fondi nel bilancio con un capitolo di spesa per la protezione civile. Durante l’incontro è stato fatto un plauso alla Regione Marche che ha puntato sulla formazione degli amministratori locali attraverso il “Progetto Sindaci”. Il primo corso a livello nazionale si è svolto ieri al Teatro delle Muse con successo, offrendo ai destinatari adeguati strumenti conoscitivi per la gestione di un’emergenza a livello comunale.