27/01/2009 - L’ennesima revoca del carcere duro da parte di un Tribunale di sorveglianza, questa volta quello di Perugia, nei confronti del soggetto Carmelo Latino, ci obbliga a ritornare su di un problema che non viene affrontato quello dell’applicazione, severa ma necessaria ,del “41 bis”.
I legali dei mafiosi sempre più convinti che il “carcere duro” non giovi ai loro assistiti, si rivolgono ai Tribunali di sorveglianza, i quali in base ad una norma contraddittoria, cambiano il carcere duro dei mafiosi in carcere normale, da dove i criminali possono così tornare a dare ordini.
Noi invece ,visto che in nome e per conto dell’annullamento e delle revoche del “41 bis” ai mafiosi rei di strage, abbiamo perso i figli, non siamo affatto convinti della bontà della norma che regola menta oggi il carcere duro e torniamo ad invocare una nuova legge, per isolare all’interno del carcere i mafiosi dai carcerati comuni.
Torniamo altresì ad invocare l’ergastolo garantito per i mafiosi rei di strage che non collaborano con la giustizia.
La nostra è una presa di posizione ad oltranza, fintanto che il Governo non provvederà ad emanare disposizioni più severe in fatto di “41 bis”.
*Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili