27/05/2008 - A molti risuonerà inopportuno questo mio perseverante disappunto a riguardo le manifestazioni agonistiche che hanno ed avranno come campo di gara il futuro Parco Marino del Piceno. Accolgo le loro critiche ma questa volta però non voglio parlare del Parco come riserva da proteggere, ma come ambiente abitato da altri esseri viventi che non possono gradire questa nostra voglia di “divertimento”. Vogliamo definirlo Sport?
Il tiro al piattello o il tiro con l’arco secondo voi sono discipline sportive? Certamente, ma se invece di mirare a dei bersagli colorati mirassimo ai gabbiani in volo o se i bersagli fossero posizionati tra gli ombrelloni di una spiaggia affollata potremmo continuare a parlare di attività sportiva?
Forse il paragone potrà sembrare esagerato, in parte lo è, ma ciò che con esso voglio dire è che il sentirsi autorizzati a vivere come se fossimo i padroni indiscussi di questa Terra, è una dimostrazione di egotismo per cui siamo già da tempo chiamati a render conto, spesso a caro prezzo.
A seguito del crescente numero di campanelli d’allarme che ci indicano chiaramente la criticità della condizione del nostro pianeta (perlomeno è quello che percepiscono "le mie orecchie") tutti in coro a gran voce pretendiamo azioni responsabili da parte dei potenti della Terra che non rispettano i diritti dei più deboli e pensano esclusivamente ai loro interessi, ma in fondo anche noi, con modalità differenti, molto spesso non rispettiamo il diritto alla vita di chi riteniamo meno importante di noi.
Se crediamo che l’Adriatico (o qualsiasi altro luogo del Mondo) possa essere un campo di gara per manifestazioni agonistiche, incuranti per le forme di vita che lo abitano, non imprechiamo quando la natura sembra essere indifferente alle sofferenze umane e all’umano si ribella senza chiedergli il permesso. Tempi duri ci attendono e molte saranno le azioni necessarie alla soluzione dei problemi che siamo e saremo chiamati a risolvere, ma che purtroppo non verranno generate dalla mera illusione del divertimento ad ogni costo.
Non confondiamo il desiderio di “leggerezza” con irresponsabilità e mancanza di coerenza, perché ciò non accrescerebbe il ben-essere a questa città.
Riego Gambini