COLDIRETTI: IL GRUPPO MALAVOLTA NON HA MANTENUTO LA PROMESSA DI INIZIARE A ONORARE I CONTRATTI CON LE AZIENDE
19/12/2007 - “Chiunque acquisisca le due aziende del Gruppo Malavolta sappia che dovrà per prima cosa risolvere il problema dei pagamenti alle imprese agricole, poiché altrimenti rischierà di non avere ortaggi da lavorare”.
E’ la posizione espressa da Coldiretti Ascoli-Fermo, Cia, Confagricoltura e Copagri, le quattro organizzazioni che fanno parte del Tavolo Verde, che hanno fatto stamani il punto della situazione sul futuro di Foodinvest e Marollo, le due aziende di lavorazione di ortaggi surgelati entrate in crisi e per le quali si parla ora dell’interessamento di cordate di imprenditori locali.
“Siamo disponibili al confronto con eventuali nuove proprietà, delle quali peraltro abbiamo avuto notizia solo dai giornali, ma unicamente partendo dal presupposto che il primo atto debba essere il pagamento di quanto dovuto alle imprese agricole – spiegano -. Solo in questo modo sarà possibile far ripartire la lavorazione degli ortaggi, permettendo alle nostre aziende di programmare la semina 2008”. I segnali giunti sinora dall’industria sono però tutt’altro che incoraggianti. “Secondo quanto assicurato dal Gruppo Malavolta, l’11 dicembre scorso avrebbero dovuto onorare tutti i vecchi contratti per la produzione di piselli, per poi passare a regolare quelle di fagioli – continuano le organizzazioni del Tavolo verde -. Nonostante le promesse, le imprese agricole non hanno visto neppure una lira. Il conto, ricordiamolo, è di circa due milioni di euro solo per le aziende del nostro territorio. E all’ultimo Tavolo verde, svoltosi nella sede della Provincia, la proprietà non si è fatta nemmeno vedere”. Coldiretti Ascoli-Fermo, Cia, Confagricoltura e Copagri chiedono dunque un’immediata inversione di tendenza, capace di ridare fiducia alle imprese, pagando l’insoluto e utilizzando lo strumento delle fideiussioni bancarie per i nuovi contratti. “Non dimentichiamo che si tratta di colture dagli alti costi produttivi. Solo in questo modo sarà anche possibile salvaguardare i livelli occupazionali e non far scomparire due realtà storiche dell’economia di questo territorio”.