E' stata inaugurata oggi pomeriggio nella Galleria Galeotti in piazza Vittorio Veneto la mostra delle opere grafiche raccolte da Attilio Moroni, rettore dell'Università di Macerata dal 1977 al 1985.
"Moroni è stato uno dei più grandi rettori del Novecento del nostro Ateneo – così lo ha ricordato l'attuale rettore Roberto Sani -. Un rettore che non si dimentica e che ha lasciato una traccia evidente. Io e i miei predecessori cerchiamo di portare avanti faticosamente il suo lascito".
La storia del Fondo Moroni è la storia avvincente di un vero e proprio ritrovamento. Verso la fine del suo mandato rettorale Moroni, appassionato d'arte e fine collezionista, scrisse a oltre quattrocento artisti di quegli anni, chiedendo una loro opera grafica, così da poter creare un vero e proprio Gabinetto di grafica nell'Ateneo. Pervennero, dunque, ben 222 opere, principalmente incisioni, oltre ad alcuni dipinti su carta, disegni, collages o esemplari di mail art. La raccolta ha un nucleo portante cronologicamente collocato nel ventennio Settanta-Ottanta del Novecento, una preziosa testimonianza della sperimentazione grafica italiana di quel periodo. Con la morte di Moroni, però, questo tesoro è rimasto a lungo dimenticato nel Dipartimento di Scienze storiche, documentarie, artistiche e del territorio, dove era stato portato per essere valutato. "A tener viva la memoria di questa raccolta – ha raccontato Sani – è stato il bibliotecario della Facoltà di Lettere, Luigi Verducci, oggi in pensione". Nel 2004, all'inizio del rettorato Sani, il bibliotecario informa il rettore della presenza di questo patrimonio. "Moroni ci ha lasciato, insieme a questa collezione, anche un messaggio preciso: questa deve essere un'Università che sa valorizzare l'arte, che non può dimenticare di essere un luogo di elaborazione culturale". Ora, grazie anche al contributo tecnico scientifico di Francesca Cerolini e di Silvia Paoletti nonché all'opera dell'Area economale e tecnica dell'Università, il fondo è diventato patrimonio dell'Ateneo e della città intera. L'Università, infatti, cercherà di realizzare il proposito di Moroni, creando un luogo di esposizione permanente della maggior parte delle opere. "Si tratta di una raccolta improntata alla più stretta contemporaneità, che non manca di legami con il nostro territorio", ha spiegato Francesca Coltrinari, ricercatrice al Dipartimento di Beni culturali, che ha citato la presenza di artisti marchigiani come Trubbiani e Tulli -. Proprio la varierà e l'eterogeneità di questa collezione rappresentano il suo valore aggiunto".
Per l'occasione le Eum, Edizioni Università di Macera, hanno stampato il catalogo del Fondo Moroni, con il quale è stata inaugurata la nuova linea editoriale "eum T", volta a valorizzare le attività culturali di enti pubblici e privati, associazioni culturali e fondazioni del Territorio.