31/01/2008 - Mezzo chilometro quadrato di Stato contiene il patrimonio artistico più visitato al mondo. Ed ogni giorno dai diecimila ai diciassettemila turisti in fila attendono per ore il loro turno di ingresso ai Musei Vaticani, disposti ordinatamente lungo il perimetro di mura che circonda il territorio. L’ultima domenica del mese l’ingresso è gratuito: ed ecco che il serpente umano si “rigenera” fin dal colonnato di San Pietro e si snoda attraverso Piazza Risorgimento e lungo Via Leone IV e poi Viale Vaticano fino al nuovo ingresso inaugurato da Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 2000. La rampa elicoidale alta 165 metri dell’ingresso è ispirata alla piramide del Louvre ed è stata creata per “ obbligare un senso unico di visita finalizzato ad evitare code” spiega un addetto all’ufficio informazioni dei Musei, aggiungendo che l’attesa quotidiana per migliaia di turisti è la conseguenza dei provvedimenti del post 11 Settembre, primi tra tutti i controlli ai varchi dei quattro metal detector. Per il funzionario Mauro Rossi, addetto alla sicurezza all’ingresso, “è più probabile che l’ingorgo si formi all’interno dei palazzi, strutture con gallerie e strettoie risalenti al quindicesimo e sedicesimo secolo. Per questo motivo cerchiamo di razionalizzare le entrare già qui all’ingresso”. “E’ una coda impressionante” spiega un turista di Seattle che attende il suo ingresso da circa due ore sotto la pioggia. “Tempo fa ho visitato anche il Prado ed il Louvre ma non ho mai visto nulla di simile. Credo che l’Italia abbia un fascino particolare”. Ed intanto lungo la coda accade di tutto. Nelle giornate più solari cori ed inni di gruppo risaltano tra i rumori del traffico di Via Leone IV. E poi venditori extracomunitari che si ricavano delle proprie postazioni all’ombra delle mura e vendono piccoli dipinti o borse “taroccate”. La lunga fila è presa di mira anche da alcuni giovani che ogni giorno cercano di proporre tour turistici agli americani e da disoccupati che accettano dai ristorantini limitrofi provvigioni di un euro per ogni turista che riescono far pranzare da loro. Non mancano altrettanti che propongono in tutte le lingue convenienti shuttle per tornare in aeroporto. Ed intanto i turisti in arrivo dai più disparati angoli della Terra restano composti tra la calca, scattano foto, fanno uno spuntino, leggono la guida di Roma o si guardano intorno curiosi per capire dove finirà quella interminabile fila. Ed intanto, intrattenuti da battiti di mani o dalle note di “Cielito Lindo” della fisarmonica del solito mendicante, pazientemente attendono.