SpecialeTorino2006: nel cuore dei XX Giochi Olimpici e IX Giochi Paralimpici Invernali
ilmascalzoneOlimpico, Torino2006 sul mascalzone a cura di Pietro Lucadei
2006-03-20 - Nel cuore dei XX Giochi Olimpici e IX Giochi Paralimpici Invernali di Torino 2006. E’ stato un viaggio umano prima che professionale straordinario. Un momento di partecipazione diretta alla trasformazione di una città e il suo territorio che resteranno nella storia. E’ stato un momento in cui il coinvolgimento della città e delle comunità montane hanno dato l’accelerazione definitiva, a cornice delle competizioni sportive, alle vittorie e ai record olimpici. All’inizio 1997-1999 era un sogno, una possibilità lontanissima. In sette lunghissimi anni è divenuto realtà d’eccellenza. Dall’intuizione di temerari sognatori tra i quali personaggi che non ci sono più l’avvocato Gianni Agnelli il generale Romano, agli anni della complessa preparazione, fino alla faticosa rincorsa contro il tempo per dimostrare al mondo di essere all’altezza dell'evento. La XX edizione dei Giochi Olimpici Invernali Torino 2006 e i IX Giochi Paralimpici Invernali saranno ricordati come una festa dello sport e della fratellanza. Due mesi di leale competizione sportiva, successi, storie, persone, soprattutto fair play, entusiasmo e passione sulle pista di gara e negli impianti, ma soprattutto nelle piazze di Torino e delle Valli. Torino, il Piemonte e l’Italia hanno vinto la loro sfida olimpica e paralimpica. La festa è ancora negli occhi, il successo un’esperienza unica da conservare nel cuore di ognuno. La bellezza dell’evento servirà soprattutto per vivere un clima diverso, progettuale e di collaborazione per la vita ordinaria, per i momento quotidiani che fanno l’esistenza individuale e delle comunità. L’olimpismo conserva ed anzi ha accresciuto i principi e i valori forti della sua primogenitura decoubertina. Le realtà positive superano di molto le poche zone d’ombra, soprattutto se i Giochi Olimpici e Paralimpici non saranno solo una bellissima festa, ma una nuova fase per un città e il suo territorio. La Cerimonia di Chiusura delle Paralimpiadi è stato un lungo abbraccio, un momento in cui, sciolta la tensione, tutti hanno ringraziato sopraffatti dalla magia dell’Olimpiade e delle Paralimpiadi. E’ stato un lungo arrivederci a Pechino 2008 e Vancouver 2010. La straordinaria immagine positiva di Torino, del Piemonte e dell’Italia olimpica e paralimpica rimmarranno per sempre. Grazie alla stupenda Paralimpiade c'è stata la coscienza della responsabilità di una manifestazione che ha avuto l'obiettivo di mutare la mentalità di un'intera società. Non solo sfide gestionali, logistiche e organizzative, quindi, ma la consapevolezza di difendere e promuovere un patrimonio di attenzione e sensibilità culturale e civile da consegnare alle nuove generazioni. Grazie a tutti. Luca Rolandi
-Paralimpiadi da sogno: grazie Torino E’ stato un gran finale, un inno alla vita le Paralimpiadi Invernali di Torino 2006. Per dieci giorni hanno offerto esempi di coraggio, integrazione e speranza che hanno commosso ed emozionato tutto il mondo. Ed ora che i suoi campioni diversamente abili tornano a casa, lasciano in eredità niente di meno che il soffio tiepido e frizzante della primavera. Una fiaba sulla primavera, musiche, canti, balli. Ma anche la sfilata degli atleti accompagnati dai volontari di Torino 2006 e la consegna, da parte del Sindaco di Torino Sergio Chiamparino a quello di Vancouver, Sam Sullivan, della bandiera Paralimpica. In più una 'bimba scultura' alta 9 metri e lo spegnimento del braciere. Questo, dalle 19 alle 23 circa, è l'addio che Torino dà alle Paralimpiadi. Il testimone passa a Vancouver 2010. Al termine della Cerimonia, un grande spettacolo di fuochi artificiali e la commozione soprattutto dei torinesi che dallo scorso 11 febbraio, giorno di apertura delle Olimpiadi, hanno vissuto l'emozione di sapere che la loro città era al centro del mondo non solo sportivo. "Nulla sarà più come prima - ha sottolineato il presidente del Comitato paralimpico italiano, Luca Pancalli - perché lo sport non fa differenze. Torino ci lascia un'eredità esaltante, che affronteremo con rinnovato entusiasmo. E nei momenti difficili basterà ricordare un qualsiasi momento di questa appassionante avventura per andare avanti". E allora ecco la primavera che ha fatto "sentire il sole sulla faccia", come recita il testo di una canzone di Madonna cantata da una bambina di nove anni, e che ha illuminato i palazzi storici con fiori di luce. l momento più emozionante le parole calde e profonde di Tiziana Nasi presidente di COM.PAR.TO e Phil Craven presidente dell’IPC che hanno ringraziato tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di una grande Olimpiade. Luci sui palazzi e sulla città, uno spettacolo di suoni e luci sui palazzi del centro di Torino, con il pubblico che ha soffiato sul braciere paralimpico e la fiamma si è spenta, dando inizio al magico concerto di Patti Smith. -Sci Alpino da record: argento e bronzo per Dameno e Parente Sorride Daila. Sa di aver fatto bene e guarda il cielo quasi a voler dedicare la medaglia a qualcuno che da lassù la protegge sempre. Il bronzo nello Slalom Sitting non arriva proprio inaspettato per la lombarda , ma come si sa “una medaglia è sempre una soddisfazione, soprattutto se arriva dopo grandi sacrifici, anche se oggi - spiega l’azzurra- avrei potuto evitare qualche errore di troppo dovuto all’emozione”. I suoi occhi raccontano tutto: la felicità per il risultato raggiunto, il rammarico per un oro perso, ma soprattutto la certezza di aver regalato al pubblico nuove emozioni, soprattutto nella giornata di venerdì dove, con l’allegria che la contraddistingue sempre, ha messo quasi inaspettatamente i suoi sci davanti a campionesse della neve molto più esperte: “Il bronzo in Gigante è stata una sorpresa. Mi ha commosso, non speravo di poterlo raggiungere”. Un filo sottile unisce le parole di Daila Dameno a quelle di Silvia Parente, alla sua quarta medaglia in questa rassegna paralimpica : “Meglio di così non poteva andare. Questo terzo posto in Slalom mi rende soddisfatta, ma ricorderò per sempre la vittoria in Gigante. A gioire con me c’erano i miei amici, la mia famiglia e il sole rendeva ancora più brillante la mia medaglia d’oro”. Le due azzurre hanno concretizzato il sogno di una vita, anche se in due momenti diversi della propria carriera sportiva. Silvia, ormai veterana delle piste, archivia questi momenti come “ricordi di una carriera che quest’anno vede il suo termine”, mentre la compagna di squadra Daila pensa al futuro e lancia nuove sfide : “E’ solo l’inizio. Con un miglior allenamento sarò certamente più competitiva”. Ad abbandonare la vita agonistica oltre all’azzurra Parente troviamo anche la transalpina Pascale Casanova, vincitrice dello slalom davanti alla nostra Dameno e alla giapponese Tatsuko Aoki, che commenta così il suo ritiro dalle gare: “ L’oro di oggi si va ad aggiungere alle altre nove medaglie paralimpiche conquistate in tre edizioni dei Giochi: una carriera straordinaria chiusa in bellezza qui a Torino 2006”. Altrettanta soddisfazione si legge nelle parole dell’americana Stephany Victor, vincitrice nella categoria Sitting: “Troppo bello per essere vero. Il pubblico, l’atmosfera e la vittoria faranno parte dei miei ricordi più positivi di questi Giochi Paralimpici”. Nel settore maschile delusione per la coppia d’oro Tom e Jerry, alias Tommaso Balasso e Gianmaria Dal Maistro, per la loro prematura uscita dalle porte strette dello slalom per colpa, a detta degli azzurri, “della troppa stanchezza accumulata”. Ad approfittarne dell’uscita dei favoriti il francese Nicolas Berejny e la sua guida Sophie Troc a cui l’atleta dedica la vittoria, mentre alle sue spalle troviamo al secondo posto lo spagnolo Eric Villalon e al terzo il tedesco Gerd Gradwohl. Nella categoria Sitting terzo successo consecutivo per l’altro tedesco Martin Braxenthaler, ancora incredulo di fronte ai suoi successi, ma con le idee chiare in testa: “ Queste medaglie mi danno fiducia per il futuro, spero di essere sempre competitivo come in questa rassegna”. Dietro di lui la coppia austriaca formata da Eder Harald e da Juergen Egle, entrambe soddisfatti per i risultati del Team Austria in questa Nona Edizione dei Giochi Paralimpici Invernali, rassegna in cui l’Italia ha raggiunto un ottimo nono posto grazie alle medaglie conquistate nello sci alpino, segno di una grande tradizione alle spalle che, ne siamo certi, darà grandi soddisfazioni anche in futuro. Valentina Roberto
-Grande Italia ai Giochi Paralimpici di Torino 2006 La Paralimpiade azzurra si è chiusa con altre due medaglie nello slalom speciale, d'argento con Daila Dameno nella categoria seduti, di bronzo con Silvia Parente tra le non vedenti. Il bilancio totale dell' Italia è di otto podi (tutti nello sci alpino): due ori, due argenti e quattro bronzi. Silvia Parente, milanese non vedente guidata dal fidanzato Lorenzo Migliari, ha vinto la metà delle medaglie (oro nel gigante, bronzo in discesa libera, superG e slalom): è lei l'icona dei Giochi Paralimpici di Torino 2006, come il pattinatore Enrico Fabris lo è stato all'Olimpiade.
Gli altri grandi protagonisti, 'Tom e Jerry', Gianmaria Dal Maistro e la sua guida Tommaso Balasso, hanno chiuso in tono minore: porta inforcata nella prima manche e addio sogni di un altro podio, dopo l'oro nel superG e l'argento nel gigante. "Io come Fabris? Ma no, lui è proprio bravo - si schermisce Silvia Parente - E poi ha vinto due ori, io uno solo. Nei prossimi giorni mi godrò queste medaglie, adesso sono troppo frastornata per apprezzarle compiutamente". "Sono successi costruiti in dieci anni - aggiunge Lorenzo Migliari - e grazie a questi risultati potrei aiutare qualche ragazzo non vedente che vuole praticare lo sci: ho già avuto una richiesta dai genitori di un ragazzino di undici anni". Daila Dameno dal bronzo nel gigante è passata all'argento nello slalom.
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