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la dott.ssa Lupi e i suoi collaboratori

Non solo sangue al Centro Trasfusionale del 'Madonna del Soccorso'

Cellule staminali da cordone ombelicale: elementi preziosi oltre al sangue che si aggiungono alle eccellenze dell’Unità Operativa che vanta un ambulatorio FCSA per i pazienti in terapia anticoagulante all’avanguardia con referti anche per SMS.


SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 2007-11-07 - Non solo sangue presso l’ Unità Operativa di Medicina Trasfusionale del Presidio di San Benedetto del Tronto. Infatti, l’U.O. oltre ad esplicare la sua funzione nei campi dell’Attività clinica attraverso l’Ambulatorio Donatori, Raccolta Sangue ed emocomponenti, Distribuzione sangue ed emocomponenti in regime di routine ed urgenza, predeposito sangue per auto donazioni, Ambulatorio pazienti in terapia anticoagulante, Ambulatorio trasfusionale ed immunoematologico, svolge attività diagnostica, quella relativa ad esami d’Immunoematologia, monitoraggio gravidanza riguardo la Malattia emolitica del neonato (MEN da RH o altre), biologia molecolare per mutazioni genetiche causa di Trombofilia ed Emocromatosi, Epatite B, Epatite C, viremia e genotipo.


La dott.sa Lupi M. Antonietta, Direttore dell’Unità Operativa e delegato regionale della Società Italiana di Medicina Trasfusionale si avvale di medici e collaboratori qualificati per svolgere la sua attività: dott.sa A. Piergallini, dott.sa A.M. Vezzoni, dott. G. Sanguigni; tecnici dott. D. Giampieri, dott. L.Assenti, sig.ra B.Mazzaferro, infermiere prof. sig.ra A.Prete, sig.ra P.Straccia, Sig.ra S. Straccia ed altro personale: sig.ra L. Fidanza, sig.ra M.Bisceglia. Svolgono inoltre la loro attività nella accoglienza ai donatori la sig.na Ilenia Marinelli, segrataria dell'Avis e la Dr.ssa Rita Pasqualini, biologa borsista.  
Le prestazioni dell’U.O. di Medicina Trasfusionale si svolgono in routine o in emergenza/urgenza ogni giorno, 24 ore su 24, grazie alla pronta disponibilità notturna e festiva di un tecnico ed un medico.
”Il plasma dei donatori marchigiani è quello, a livello nazionale, di miglior qualità”- afferma la Lupi- “E questo grazie ai criteri di selezione molto restrittivi che sono adottati da tutte le Unità trasfusionali marchigiane.” A tal proposito la dott.sa Lupi è promotrice nel maggio scorso, in occasione di un convegno, di un cd, da lei elaborato, con linee guida per l’uniformità dei criteri di selezione dei donatori, che l’AVIS regionale adotterà entro la fine del 2007.


Spostandoci dal campo del plasma, ma rimanendo nel campo della donazione, quella relativa alle cellule staminali del cordone ombelicale, si scopre che tutto è pronto, dopo la convenzione Marche-Abruzzo per la banca comune a Pescara del cordone ombelicale. Infatti, le ostetriche sono state addestrate, così come i dott. Mattucci e Di Biagio in ginecologia, oltre ad una sensibilizzazione generale delle partorienti. Impegno anche da parte dell’assessore alle pari opportunità della Provincia di AP Licia Canigola e di un service del Rotary Club di SBT Nord, che si è offerto di contribuire attraverso un congresso informativo e formativo e all’acquisto di apparecchiature necessarie. Tutto è pronto ma manca l’accreditamento delle sale parto .
”Lo scopo –spiega la Lupi, relatrice del progetto a livello provinciale nella Commissione Pari Opportunità - è quello di raccogliere le cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale perché sono identiche a quelle del midollo osseo e possono quindi essere trapiantate nei pazienti affetti da leucemia. Le cellule staminali possono infatti generare gli elementi fondamentali del sangue umano, globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.”
“Quelle del sangue del cordone – continua- sono cellule staminali che non prevedono l'utilizzo di tecniche che sfruttano embrioni umani: non c'è quindi nessun problema di tipo etico e ogni donna che partorisce può decidere di effettuare la donazione in piena tranquillità.”


Il cordone ombelicale, ricco di cellule staminali , è normalmente eliminato subito dopo il parto. La raccolta delle cellule staminali dal cordone ombelicale è un procedimento molto semplice, della durata di circa 15 minuti e non comporta nessun rischio né per la partoriente né per il bambino. Subito dopo la nascita, il cordone ombelicale viene pinzato e reciso per permettere ad un operatore esperto di prelevare con un ago dalla vena ombelicale il sangue rimasto nel cordone e nella placenta che contiene cellule staminali sufficienti per un trapianto in bambini e adulti fino ad un peso di circa 50 Kg; il sangue, raccolto in un’apposita sacca sterile, viene poi trasferito presso la Banca del cordone, dove è analizzato, controllato e congelato in attesa della richiesta di un Centro Trapianto. Le cellule staminali si possono ottenere non soltanto dal sangue periferico dopo opportuna preparazione o dal sangue di cordone ombelicale ma anche dal trapianto di midollo.
L’U.O. di Medicina Trasfusionale, che tra l’altro è l’unico reparto dell’Ospedale ad avere ottenuto la certificazione di Qualità , presenta altri due punti di eccellenza:  il primo consiste nella preparazione di emocomponenti per uso topico (gel piastrinico) per il trattamento di pazienti con ulcere o piaghe, prelevato dallo stesso paziente (autologo) o da donatore (omologo). Il secondo, ma non certo per importanza, è rappresentato dalle recenti innovazioni apportate all ‘ Ambulatorio FCSA per i pazienti in terapia anticoagulante.


Da pochissimi giorni, infatti, in alternativa al prelievo classico dalla vena, i pazienti in terapia anticoagulante possono chiedere di essere sottoposti a test da puntura digitale, con consegna del referto contenente la terapia in tempi brevissimi.


Possono anche richiedere di essere inseriti nel programma TELEINR, con il quale ricevono tutti i referti direttamente a casa propria, con la prescrizione della terapia settimanale, quindicinale, o per periodi diversi, con modalità anche innovative, a loro scelta: dietro colloquio informativo con i medici dell’Unità Operativa di Medicina Trasfusionale, possono scegliere se vogliono che il referto completo della terapia giornaliera sia loro inviato sul telefono di casa, mediante un codice, o  via fax al numero da loro indicato, o persino via sms sul loro telefono cellulare. 

Adamo Campanelli


 Redazione 

Primo Piano

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