“IL MATEMATICO IN GIALLO”: NE E’ AUTORE IL DOCENTE UNICAM CARLO TOFFALORI
Camerino, 30 gennaio 2008 – Matematico o giallista? Questo è il dilemma! C’è un nesso tra la matematica ed i romanzi gialli? E’ quanto si chiede Carlo Toffalori, docente di Logica Matematica dell’Università di Camerino, appassionato lettore ed ora anche scrittore.
E’ lui, infatti, l’autore del libro “Il Matematico in giallo” (Ugo Guanda Editore) nel quale, con la sua lente di «scienziato», scruta Sherlock Holmes e il dottor Watson, Agatha Christie e Hercule Poirot, Nero Wolfe e Archie Goodwin, Simenon e il commissario Maigret, ma anche Poe e Borges, gli scacchisti e le macchine pensanti, e altro ancora.
Secondo il prof. Toffalori, i romanzi polizieschi classici, e i loro protagonisti, privilegiano lo sviluppo logico della storia e un’indagine basata sulla finezza delle deduzioni e sul ragionamento. E logica e ragionamento richiamano ovviamente la pratica della matematica.
Ma chi si serve meglio della matematica, i delinquenti o i poliziotti?
Grazie a questo libro si può scoprire che la matematica può mettersi al servizio del bene come del delitto, che esistono investigatori matematici come assassini matematici e soprattutto che la «regina delle scienze», con la sua apparenza di ineffabile razionalità, non è fredda e onnipotente come in genere si immagina, ma è soggetta alle stesse passioni, agli stessi fremiti e a volte agli stessi orrori dei comuni mortali.
Prof. Toffalori, che cosa ci può dire di questo strano rapporto tra la matematica ed il mondo del racconto poliziesco? Che cosa c’è di simile tra l’intreccio di un delitto e la dimostrazione di un teorema?
“I grandi investigatori del giallo classico - Sherlock Holmes, Philo Vance, Poirot, Nero Wolfe - prediligono nelle loro indagini logica e deduzione, dunque un metodo che potremmo definire "matematico". Ma a parte questo i collegamenti tra matematica e gialli sono molto più profondi di quel che si potrebbe pensare. Ad esempio, si ritiene che l’inventore del genere poliziesco sia stato Edgar Allan Poe: ebbene, i suoi racconti gialli abbondano di riferimenti matematici ad analisi, algebra, calcolo delle probabilità; in uno di essi si giunge ad affermare che il genio perfetto è la sintesi del matematico e del poeta. Del resto, anche le storie con Holmes, Vance, Poirot e Wolfe contengono talora spunti non banali di matematica”.
A quali conclusioni è giunto?
“Ho provato a dare un quadro complessivo delle frequentazioni tra matematica e gialli, a partire da Poe e da Sherlock Holmes fino ai tempi recenti. Come detto, ne risultano collegamenti spesso affascinanti, e talora anche profondi. Del resto, anche autori "seri" e famosi come Borges erano appassionati dell’uno e dell’altro argomento -matematica e gialli-, e hanno scritto piccoli capolavori che li coinvolgono entrambi (nel caso di Borges, basterà citare "La morte e la bussola", oppure "Il giardino dei sentieri che si biforcano").
Carlo Toffalori è nato a Firenze nel 1953 e dal 1989 insegna Logica Matematica all’Università di Camerino. Dal 2006 è presidente dell’associazione italiana di Logica e Applicazioni. Ha scritto vari manuali universitari ed è autore di articoli e libri di divulgazione della matematica.
Il libro sarà presentato in Ateneo, presso il Dipartimento di Matematica e Informatica (in Via Madonna delle Carceri a Camerino) il prossimo 12 febbraio alle ore 16:30. Tutti gli interessati sono invitati a partecipare.