UNA FINESTRA SUL MONDO DEL VOLONTARIATO MARCHIGIANO
24/11/2007 - “Dobbiamo a tutte le associazioni di volontariato grande riconoscenza. Siete l’esempio su cui si poggia in maniera solida la coesione sociale, che è la trave portante della convivenza civile della nostra comunità marchigiana”. Così l’assessore regionale alla Salute Almerino Mezzolani ha aperto la Conferenza regionale del volontariato, organizzata in collaborazione con il Csv (Centro servizi per il volontariato) e che si è svolta presso l’ostello di Loreto.
“Ogni giorno – ha proseguito Mezzolani – i volontari attraverso lo svolgimento delle lodevoli azioni colmano il vuoto di molti, rassicurano e trasmettono sicurezza a tante persone. Il volontariato rappresenta la realtà più ramificata sul territorio regionale e riporta con più forza le istanze dei cittadini più deboli per renderne evidenti i bisogni. E’ un soggetto importante nel sistema di partecipazione e di costruzione di partnership assieme al resto del terzo settore che abbiamo in questi anni provveduto a regolamentare in maniera adeguata sia sul fronte della cooperazione sociale che su quello più nuovo dell’associazionismo di promozione sociale”.
“A giugno di quest’anno – ha concluso l’Assessore - sono risultate iscritte nei registri regionali 1200 organizzazioni di volontariato e in base ai risultati dell’ultima indagine svolta dall’Istat, la Regione Marche ha indici più elevati della media nazionale: 53 organizzazioni di volontariato ogni 100.000 abitanti, contro una media nazionale di 36 e 19 volontari ogni 1.000 abitanti contro una media nazionale di 14”.
Durante la conferenza è emerso che il volontariato svolge un ruolo determinante nell’attività di assistenza al cittadino-utente e costituisce una risorsa essenziale della rete di welfare regionale.
Sempre con riferimento all’indagine Istat 2003, è stato possibile rilevare che sono stati messi in campo circa 29.000 volontari che hanno assistito oltre 290.000 persone di cui il 54% malati e traumatizzati, il 12% anziani non autosufficienti, l’8% immigrati e il 7% minori.
Il volontariato ha gestito di fatto circa 43 milioni di euro di entrate\proventi (50% di fonte pubblica e 50% di fonte privata) operando nel settore della sanità e assistenza sociale. Quest’ultima annovera il 27% delle organizzazioni di volontariato inglobando il 31% del volontariato in generale, mentre la sanità il 26%, assorbendo il 30% del volontariato.
Si tratta quindi di un soggetto importante su cui la Regione intende investire intervenendo nella predisposizione di atti di indirizzo finalizzati a promuovere i rapporti nella sussidiarietà. I gruppi di lavoro insediati durante l’incontro di oggi (ieri ndr) hanno discusso sulle proposte di nuova legge nazionale e regionale, sulle reti territoriali e sul ruolo del volontariato nel nuovo piano sociale regionale e sanitario. Temi interessanti che hanno ribadito con forza che il volontariato non è un prestatore d’opera a basso prezzo, ma è un cittadino responsabile e consapevole della propria sicurezza e della propria comunità, disposto ad impegnarsi con professionalità e disponibile nel proporsi. Il volontariato che insegue disegnare il proprio futuro, vuole far breccia sui problemi e vuole essere considerato non più soggetto passivo ma protagonista della scena.
E’ intendimento della Regione rafforzare il ruolo di partnership del volontariato nei confronti della pubblica amministrazione con l’obiettivo di co-progettare assieme servizi o attività progettuali, capaci di intervenire su bisogni nuovi, emergenti e quindi non facilmente classificabili nell’area delle povertà o del disagio tradizionale