GIOVANI IMPRENDITORI COLDIRETTI, APPELLO ALLA REGIONE
“SULLO SVILUPPO RISCHIA DI BUTTARE A MARE MILIONI DI EURO,
OCCORRE VALUTARE MEGLIO LA QUALITA’ DEI PROGETTI”
“La Regione Marche butterà a mare milioni di euro se non farà un’adeguata selezione dei progetti per aumentare la competitività delle imprese giovani, le chiediamo di fare una scelta di coraggio verso la discontinuità”. L’appello viene dal Consiglio regionale dei giovani imprenditori di Coldiretti Marche, dinanzi al rischio che gli investimenti previsti dal nuovo Piano di Sviluppo Rurale si indirizzino verso vecchie logiche.
“Il Piano prevede che tutte le imprese che vogliono accedere agli investimenti elaborino un progetto, denominato ‘business plan’ (piano aziendale), dove, in pratica, viene descritto il “sogno” imprenditoriale – spiega il delegato di Coldiretti Giovani, Stefano Galli -. Un’idea innovativa, prevista dalla normativa europea, grazie alla quale sarebbe possibile selezionare gli investimenti davvero validi da quelli che non creano ricchezza sul territorio, premiando la capacità di essere imprenditore. Al contrario, se le scelte della Regione rimarranno quelle attuali, c’è il rischio che le imprese debbano redigere documenti sostanzialmente inutili, con aggravio di costi e di burocrazia. L’esatto contrario dell’auspicato processo di semplificazione e di sburocratizzazione, tarpando le ali alle reali esigenze delle aziende giovani”. In questo modo non si farà selezione ma si finirà per distribuire i finanziamenti secondo logiche che rischiano di risultare scarsamente efficaci per lo sviluppo competitivo delle imprese agricole e, di conseguenza, per il territorio marchigiano. I giovani imprenditori di Coldiretti Marche chiedono dunque di rivedere la valutazione del business plan, mettendo in risalto l’importanza del valore aggiunto generato dal piano.
COLDIRETTI MACERATA: “PRONTI A COSTITUIRCI PARTE CIVILE
E CHIEDERE I DANNI A CHI HA INQUINATO ANCORA IL CHIENTI:
TOLLERANZA ZERO CONTRO I COMPORTAMENTI IRRESPONSABILI”
“Coldiretti Macerata è pronta a costituirsi parte civile e a chiedere i danni, poiché non è possibile che il comportamento irresponsabile di qualcuno provochi nuovi disastri a un territorio e un settore produttivo che da oltre dieci anni soffrono le conseguenze di precedenti atti criminali”. E’ l’attacco del direttore della federazione provinciale, Gabriel Battistelli, dopo che l’Arpam ha scoperto che una ditta scaricava senza autorizzazione acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose nella zona del basso bacino del Chienti.
“Alle autorità chiediamo tolleranza zero poiché non si possono lasciare spazi all'illegalità in una zona che rappresenta un valore inestimabile per l'economia di questa provincia, visto che ospita non solo un bacino ortofrutticolo di rilevanza regionale, ma anche diverse attività zootecniche e di vendita diretta – spiega Battistelli –. Da anni le imprese agricole, l’ambiente e la società maceratese stanno pagando pesantissimi costi per danni causati da pochi irresponsabili. Chi pensa di poter continuare impunemente ad inquinare sappia che Coldiretti sta valutando la possibilità di avviare una richiesta di risarcimento dei danni provocati alle imprese. E non stiamo parlando solo dei maggiori costi per garantire l’irrigazione, ma anche delle ferite inferte all’ambiente, ai cittadini e, non dimentichiamolo, all’immagine. Per Coldiretti il territorio rappresenta un fattore di sviluppo economico da difendere e sul quale investire perché se è più pulito e più bello è anche più competitivo, come abbiamo spiegato nelle nostre proposte per il rilancio dell’Italia”.
Ma Battistelli rivolge un appello anche a tutti gli enti pubblici. “Occorre stringere i tempi e arrivare a una soluzione definitiva della vicenda – spiega il direttore di Coldiretti Macerata -. Sino ad oggi il problema dell’inquinamento del basso bacino del Chienti è stato trattato, anche con impegno e in maniera approfondita, sui tavoli dei Comuni e della Provincia come su quelli del Ministero, ma ancora le imprese agricole patiscono per il divieto di utilizzare l’acqua dei pozzi. In un periodo di cambiamenti climatici, nel quale sempre più spesso ci ritroviamo ad avere a che fare con la siccità, rischiamo di far chiudere i battenti a tutto il settore ortofrutticolo se non si riuscirà a risanare la zona”.