di Giovanna Maggiani Chelli*
Siamo sereni e sicuri di essere nel giusto, mentre replichiamo alle parole della parlamentare del PD Rita Bernardini .
Auspichiamo davvero che i boss mafiosi rei di strage, grazie alla nuova norma sul “41 bis” usciranno dal carcere speciale solo quando collaboreranno con la giustizia.
Il regime detentivo di “41 bis” per reati di mafia gravi come le stragi è un carcere “severo ma necessario”, queste sono state la parole pronunciate dal Dott. Gabriele Chelazzi, Magistrato libero da condizionamenti, nel corso della requisitoria al processo per le stragi del 1993 e ancora a distanza di anni non possiamo non essere d’accordo con lui.
I soci di Salvatore Riina non devono avere contatti con l’esterno e questo non significa che il sistema di detenzione sia inumano .
Le azioni dei corleonesi sono state ignobili. Quei signori hanno massacrato i nostri parenti per dare un messaggio di grande forza allo Stato e hanno ucciso i nostri figli affinché il “41 bis” fosse abolito.
Perciò noi ribattiamo con forza alle parole della parlamentare: i mafiosi rei di strage devono avere una sola possibilità di uscire da “41 bis”, collaborare con la giustizia e fare i nomi dei mandanti esterni alla strage di Via dei Georgofili del 27 Maggio 1993. Dal nostro punto di vista l’abolizione del regime carcerario“41 bis”, ci porta inevitabilmente a pensare che si cerchi proprio di coprire la verità sulle stragi terroristiche eversive del 1993.
Del resto Mimmo Ganci è figlio di Raffaele Ganci ampiamente nominato e chiamato in causa nel processo di Firenze dal collaboratore Cancemi, il “pentito” che più di ogni altro ha contribuito ad aprire la strada verso la verità sulle stragi del 1993.
La rappresentante del PD Rita Bernardini si legga gli atti del processo per le stragi del 1993, documenti importanti per la democrazia di questo Paese, e impari a conoscere nel loro essere i mafiosi rei di strage e poi solo dopo che avrà fatto ciò potrà parlare con cognizione.
Inoltre l’On. Bernardini non deve scordare che i morti sono i nostri di figli, non i figli di coloro che sono disposti ad imporre il loro garantismo oltre il più elementare dei diritti, il diritto alla vita negato ai nostri parenti da uomini come Mimmo Ganci.
*Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili