Ottobre, piovono libri: i luoghi della lettura
::201006 Incontro con l'Autore a Fabriano alle ore 17.30 presso il Centro di Lettura il Grillo Parlante all'interno del progetto 'Ottobre, piovono libri: i luoghi della lettura' promosso dall'Istituto per il Libro PlayBeckett - visioni multimediali nell'opera di Samuel Beckett di Massimo Puliani e Alessandro Forlani (Halley Editrice). Nell'ambito del progetto 'Ottobre, piovono libri: i luoghi della lettura' promosso dall'Istituto per il Libro del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Comune di Fabriano in collaborazione con il Centro di Lettura IL GRILLO PARLANTE e la Libreria Pandora organizza 'I quattro cantoni. Momenti di animazione della lettura per ragazzi e adulti' (dal 7 al 28 ottobre 2006), un progetto ambizioso per promuovere il libro e la lettura, un mese intero per imbastire una rete di manifestazioni in grado di coprire tutto il territorio nazionale. Domani, venerdì 20 ottobre, alle ore 17.30 presso il Centro di Lettura il Grillo Parlante (Via Profili - Fabriano), in occasione de 'L'incontro con l'Autore', verrà presentato il libro 'PlayBeckett - visioni multimediali nell'opera di Samuel Beckett' di Massimo Puliani e Alessandro Forlani, edito da Halley Editrice. Il volume ha inaugurato, nel centenario dalla nascita del celebre drammaturgo irlandese, i Soqquadri di Halley Editrice collana interamente dedicata a monografie e insignita del Premio Piccola Editoria di Qualità per la Grafica (il secondo volume sempre curato dagli stessi autori, sull'architetto/scenografo Josef Svoboda è stato segnalato sul 'Lunedì de la Repubblica'). In questa occasione sarà possibile incontrare Alessandro Forlani che affronterà il tema della multimedialità del teatro accompagnato dalle letture di alcuni brani tratti dal libro e interpretati dall'attrice Domitilla Colombo, quali Eh joe e Improvviso dell'Ohio. 'PlayBeckett' è un'opera originale, non un 'semplice volume su Samuel Beckett' ma una ricognizione critica della sua opera multimediale non solo per lo studioso o per l’operatore culturale, ma anche per i numerosi appassionati. La pubblicazione nasce dall'avvertimento di un punto di rottura: un turning point, a partire dal 1965, che l’Autore, insofferente dei confini della pagina e del palcoscenico, affronta decidendo di percorrere la via dell’espressione multimediale. Folgorazione del linguaggio multimediale? In 'PlayBeckett' si sono tentate delle risposte: e, poiché è di multimedialità che si tratta, altresì si troverà molteplice l’approccio. La prima parte del volume raccoglie contributi di carattere critico con interventi di Massimo Puliani Alessandro Forlani, Gualtiero De Santi, Valentino Bellucci, Federico Platania e Danilo Caravà. La seconda, testimonianze e analisi registiche, attoriali e drammaturgiche di coloro che hanno lavorato e tutt’oggi lavorano sull’opera beckettiana utilizzando la multimedialità: dallo "splendido" Julian Beck del Living Theatre in That Time (Anna Maria Monteverdi); ai Magazzini con Come è nella versione di Franco Quadri (Federico Tiezzi); ai Krypton con tre allestimenti "oltre" Beckett a Primo amore di Carlo Quartucci alla versione cibernetica di Finale di Partita (Massimo Puliani) a Play digitale (Fabrizio Bertolucci). Completano la pubblicazione una videografia e teatrografia di Samuel Beckett, una raccolta iconografica, e un Dvd interattivo a cura di Auretta Loria e Maurizio Failla. Gli autori della pubblicazione sono: Massimo Puliani, ordinario di Istituzioni di Regia all'Accademia di Belle Arti di Macerata, dove dirige l'Istituto di Comunicazione Multimediale e Spettacolo, e docente di Storia del Teatro presso l'Università degli studi di Bologna (polo di Rimini), nonché direttore del Teatro Stabile delle Marche e Alessandro Forlani, anche lui docente all’Accademia di Belle Arti di Macerata in Metodologia della Sceneggiatura, dove collabora con la cattedra di Istituzioni di Regia, e anche tutor in Costumistica Teatrale e Cinematografica presso l’Università degli Studi di Bologna (polo di Rimini). :: PlayBeckett - visioni multimediali nell'opera di Samuel Beckett Massimo Puliani Alessandro Forlani Halley Editrice (Soqquadri 2006 pp. 240 euro 24) “PlayBeckett, ricognizione critica e critico-metodologica dell'opera multimediale dell'Autore, non nasce tuttavia da una quieta, soddisfatta contemplazione di rivelate continuità poetiche e stilistiche fra il romanzo, il teatro, il radiodramma, il cinema e il videodramma di Beckett. Non intende ricondurre la multimedialità beckettiana entro i confini sicuri e noti, e più volte percorsi, del teatro beckettiano; nasce al contrario dall'avvertimento di un punto di rottura ovvero, come in uno script, un turning point per sorprendenti sviluppi. Sporgendosi dal ciglio pericoloso dell’anno 1965, punto di svolta decisivo nella carriera di Samuel Beckett, si è osservato ciò che oltre s’estendeva e si è stati sopraffatti da un senso di vertigine: l’Autore si esprime là in un altro linguaggio; certi suoi segni mettono davvero a disagio, o rivelano, perché forse si è costretti ad intenderli con altri sensi. Si deve assistere alle pièces multimediali da spettatori elettrici come quelli di McLuhan. Quando, come, perché l'autore di Aspettando Godot, Finale di Partita, Giorni Felici; pietre miliari e di paragone del Teatro del Novecento è diventato autore e regista radiofonico, cinematografico, televisivo? Folgorazione del linguaggio multimediale? Un “enigma” di quelli amati da Beckett che si pone, testimoni Alan Schneider e Jim Lewis, collaboratori e pionieri della multimedialità beckettiana, insistentemente nelle sue opere più tarde. Lo sguardo lirico, pietoso dell’umana infelicità di Vladimiro e Estragone, di Winnie, è divenuto “Occhio Selvaggio” in Film oppure in Quad, uno spiare più feroce. I suoi silenzi, le sue pause, i suoi dialoghi che scivolano nel nulla sono mutati in comunicazione implacabile; i suoi tempi sospesi in angosciosi ritmi, scandire di secondi, intervalli, griglie aritmetiche e claustrofobiche partiture . Si è come spenta la luce di certa sua luna – che illuminava “strade di campagna” - e il mondo (certi suoi mondi, i più simili al nostro) è precipitato nel bianco-nero poi grigio di una cromatologia di per sé stessa eloquente. Terribili orizzonti da cui “di sera, nel futuro” ci si sottrae rifugiandosi in un bunker, un perimetro, una camera… Ciò nell’apprendimento e l’impiego, tormentoso ma necessario, delle grammatiche di mezzi espressivi diversi (la radio, il cinema, la televisione, la musica) nelle medesime forme che oggi sopportiamo. In PlayBeckett si sono tentate delle risposte: e, poiché è di multimedialità che si tratta, altresì si troverà molteplice l’approccio. La prima parte del volume raccoglie contributi di carattere essenzialmente critico: dalle analisi strutturali di Tutti Quelli Che Cadono e Film, a cura di Alessandro Forlani, attento soprattutto a certe forme del racconto, a trame che non dovrebbero sussistere ma sono, a quelle registiche di Massimo Puliani alla cifra semiotica o filosofica degli interventi di Gualtiero De Santi, Valentino Bellucci, Federico Platania e Danilo Caravà. Nella seconda parte testimonianze registiche, attoriali e drammaturgiche di coloro che hanno lavorato e tutt’oggi lavorano sull’opera beckettiana utilizzando la scrittura multimediale: “lo splendido Living Theatre” (citando Pasolini) di Julian Beck in That Time (a cura di Anna Maria Monteverdi); i Magazzini con Come è nella versione di Franco Quadri; i Krypton con tre allestimenti “oltre” Beckett e il Primo amore di Carlo Quartucci. E poi altre esperienze: di Massimo Puliani su un Finale di Partita cibernetico; di Fabrizio Bertolucci con una versione digitale di Play. La terza parte del volume propone una videografia generale e teatrografia di Samuel Beckett, la quarta una raccolta iconografica. Né con ciò l’argomento è esaurito: la materia di cui si tratta è viva, urgente, sempre problematica; non per lo studioso soltanto ma anche per il pubblico e l’operatore culturale. Come Beckett, che insofferente dei confini della pagina, del palcoscenico, tenta la via dell’espressione multimediale, a chi oggi si occupa di Beckett, l’Autore e il suo Diritto impongono altri confronti: che sono legali ma con implicazioni artistiche, autoriali…. Il confine, anche in questo caso, è “enigmatico”. Come dimostra il “Caso Godot” a Pontedera (protagoniste le gemelle Pasello) che, negli ultimi mesi del 2005, è stato seguito dai maggiori quotidiani. L’episodio, benché sia stata ormai pronunciata la parola definitiva, ovvero quella del giudice, farà ancora discutere; ed è parso opportuno (di più: beckettianamente necessario) dedicarvi una Nota quasi in calce al volume”. Alessandro Forlani e Massimo Puliani
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