di Sara Di Giuseppe
Si rivolterebbe nella tomba, Enrico Mattei, se vedesse com’è ridotto il suo geniale cagnone a sei zampe. ITALGAS: una vergogna tutta italiana.
Dopo più d’un reclamo e mesi di pellegrinaggi in uno degli uffici in franchising (San Benedetto del Tronto) conquisto l’inseguito, ormai odiato, nuovo allaccio e constato il peggiore dei (dis)servizi al pubblico che questa triste italietta malata e incivile riesca a produrre.
Non è solo il tempo infinto, che indigna, tra richiesta e attivazione di un’indispensabile utenza, pagata anche (profumatamente) in anticipo; la frustrazione di ore perse tra telefono e sportelli senza venirne a capo; il mistero sull’iter della pratica e sulle ragioni dell’incomprensibile disservizio.
E sarebbe già intollerabile in qualsiasi paese civile.
E’ anche - o soprattutto - la surreale gestione del servizio: che ricorda grottescamente le lignee matrioske dall’inquietante moltiplicabile fissità, germinanti l’una dall’altra. Tal quale questa Italgas, da cui rampollano per appalto – pardon, franchising, che fa moderno – parassitari uffici moltiplicatori di disservizio. Letali per la psiche dell’utente, inutili quanto i suoi numeri verdi: dagli uni e dagli altri si avranno meno informazioni, chiarimenti, interventi di quanti se ne avrebbero interrogando i banchi di cozze dell’Adriatico.
Uffici-farsa: orari al pubblico tanto ridicolmente ristretti da costringere a giocarsi giorni di ferie per ottenere ascolto (una scommessa, riuscirci) prima d’esser spinti fuori per chiusura sportelli; che si concedono (servizio pubblico!) lunga chiusura estiva; impiegati facce-di-gomma su cui la rabbia di utenti incazzatissimi ( tutti, sempre ) rimbalza inutile: automi paralizzati dagli stessi congegni che li governano, impossibilitati ad esser altro che registratori di imperscrutabili verdetti di… “ LORO ”.
“Loro”: opachi ectoplasmi? Sibille dall’ambiguo oracolo? No certo, chè qui si vola decisamente basso: nient’altro che impenetrabile management arroccato nelle fortezze nordiste, mute matrioske senza intelligenza. Funzionari-fantasma nascosti dall’anonima cortina del “Servizio Clienti” (già, “servizio”…). Non-risposte delegate a impossibili operatori perennemente “impegnati-chiamare-più-tardi”, oceano di inutili numeri da digitare che ossessivamente rinviano ad altri. Infinito gioco dell’oca in cui l’utente perderà comunque. E mollerà, per stanchezza e sconforto.
In paesi civili – non in questo, dunque – i cittadini possono facilmente seguire in rete l’iter delle proprie pratiche. Per Italgas - dall’ inconcludente labirintico sito - il medioevo non è finito e l’ avido carrozzone nutrito di privilegi se ne sta saldo sulle proprie inefficienze.
Se accadrà che la rabbia degli utenti gonfi il rovinoso tsunami che finalmente la spazzerà via, nessuno piangerà. Scommettiamo.
Ultimo – ma solo cronologicamente – anello della catena, unico ad aver lavorato: l’installatore del maledettissimo contatore. Oggi. Cinque minuti. Alla perfezione. Con perizia rapidità esperienza.
Grottammare 17.09.’08 Sara Di Giuseppe