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DALEK, il suono dell'apocalisse |
DÄLEK , "IL SUONO DELL'APOCALISSE"
TRICICLO concerti presenta SABATO 1 LUGLIO @ SPAZIALE festival - TORINO DÄLEK New York, USA - IPECAC Recordings www.deadverse.com "IL SUONO DELL'APOCALISSE" Ritorna a Torino uno degli artisti più rispettati dell'indie internazionale per presentare i nuovi brani di prossima pubblicazione con una line-up inedita tutta da scoprire! SPAZIALE festival Via Cigna 211 - DALEK + ADAM GREEN + TEATRO DEGLI ORRORI inizio concerto ore 20 - Ingresso: 12 euro Info al pubblico: info@tricicloconcerti.it | info@spazio211.com Info alla stampa: ufficiostampa@tricicloconcerti.it DALEK passa per la seconda volta da Torino per presentare in anteprima assoluta i nuovi brani del nuovo disco di prossima uscita. Torino si trova crocevia di uno dei nomi più importanti ed innovativi della musica moderna.
Un primo album che gli dona la fama sotterranea come Next Big Thing dell'hip hop contaminato.
Una serie di collaborazioni eccellenti con Faust, Techno Animal, ZU, Kid 606, Velma, Sofa Surfers. Un secondo album che li mette sotto i riflettori. E oggi "Absence", il terzo CD che stabilisce la grandezza e la definitiva affermazione dei DALEK, terzetto partito dall'hip hop per arrivare a My Bloody Valentine e Velvet Underground. Con una consapevolezza ed una virulenza politica che rimandano direttamente ai Public Enemy (Stefano Isidoro Bianchi, da "Blow Up" di febbraio 2005).
-Puro, dure e oscuro. Così è l'hip hop di/dei Dalek (nome sia della band che dell'MC). Oscuro già dalla copertina e dalle atmosfere che accolgono la voce, scontrandosi con essa per poi procedere in concordia. Puro (e zero purista) perché lo stile è al servizio dei contenuti e non viceversa. Duro per la combinazione delle suddette attitudini implacabilmente supportate da suoni industriali. Lanciato come un album di "violenza e dolore", Absence è prima di tutto un disco cosciente, quindi è inevitabile, di fronte all'attuale stato delle cose, che si diriga su quel binomio. In ogni caso resta un album capace di trasmettere energia fondamentalmente positiva perché suona davvero bene. Voce e rumori a tempo che picchiano: sono botte (sonore) necessarie. Luca Gricinella, Rumore (febbraio 2005), Voto: 5/5 Apocalisse hip hop. I Dalek (alla produzione Oktopus, al giradischi Still e al microfono Dalek, da cui il nome della posse) pubblicano il loro terzo album, a cui vanno aggiunti tre EP e una marea di collaborazioni delle quali una, la più prestigiosa e recente, con i Faust. Ed è un flusso di magma che scorre, si deforma, si gonfia di improvvise bolle e scava con implacabile istinto omicida. Sessanta minuti di pulsione sonora lacerante, con un wall of sound di noise, chitarre e samples capace di annientare. Sopra una dinamica ritmica lenta e corposa i tre costruiscono un suono dalla matrice quasi post-industrial, fatto di perturbanti distese sonore filtrate e compattate in distorsione aliena (Asylum, A Beast Caged), orchestrazioni infernali di psicotiche sezioni d'archi (In Midst Of Struggle), epici andamenti noise-rock (Ever Somber), cupi flussi illbient galleggianti in un plasma aritmico (Absence, Koner). Un album lisergico per la sua potente dinamica mentale, fisico per la corporeità contundente dei suoni, elegante per il perfetto portamento, emotivo perché costringe a ripensare all'hip hop oggi, quello più d'attacco frontale - si vedano i testi, una cruda rappresentazione critica di una contemporaneità da cui non si salva nessuno, religione, States, mercato, hip hop svenduto. "Absence" è l'incontro tra My Bloody Valentie, Techno Animal, Public Enemy e Dr. Octagon dentro una fonderia post-industriale. Un album da velocità di fuga. Luca Galli, Blow Up (febbraio 2005), Voto: 8 (DISCO DEL MESE). Dalek è la rappresentazione musicale degli incubi peggiori di un essere umano, il suono che non ti stupiresti di ascoltare durante l'apocalissi. La perfetta fotografia del mondo che va a rotoli e delle speranze che finiscono in un cassonetto. Non esistono spiragli di luce in "Absence", secondo full length del trio ad essere pubblicato per la Ipecap di Mike Patton e terzo in assoluto nella carriera della band, tutto è cupo e tutto è oscurità. I beat programmati da Octopus raggiungono vette inaspettate di originalità riuscendo a fondere hip hop old school con industrial, noise ed un'attitudine che se non è avanguardia poco ci manca. Perfetti anche gli inserti scratch di Still e i testi del titolare della baracca: quel Dalek (da pronunciare "Dialect") che ormai si trova sempre più a proprio agio nei panni del nuovo KRS One (o Chuck D) dell'underground. Lo stile è proprio quello messianico ed enunciatorio del predicatore da strada. L'impatto è devastante. Nonostante la natura difficile di un ascolto del genere è pressoché impossibile restare indifferenti di fronte "Absence". Amore e odio sono i sentimenti tirati in ballo. Non ci resta che metterli in gioco. Emiliano Colasanti, Losing Today.
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il 15 Jun 2006 alle 08:09 |
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