SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Sabato 14 luglio 2007 presso il Museo Pietraia dei Poeti sito in contrada barattelle San Benedetto del Tronto, avrà luogo, alle ore 18, l'inaugurazione della mostra "Presenze Lignee" dello scultore di fama internazionale Loreno Sguanci.
La manifestazione, nata in collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero di Ancona e l'Unione Italiana Ciechi, prevede l'esposizione di una ventina di opere prodotte nell'ultimo ventennio, sculture lignee dalle forme totemiche, installate lungo il percorso del museo accessibile anche a non vedenti e ipovedenti.
Nel corso della manifestazione si esibirà Matteo Giardini, che interpreterà passi danteschi del purgatorio.
La mostra restera aperta fino al 31 agosto con orario giornaliero dalle 18 alle 23.
Eventi organizzati dal Museo Pietraia dei Poeti
Luglio
sabato 8 luglio 2007
"Inaugurazione Mostra 'Sculture in Relax' opere di Marcello Sgattoni"
ore 18.00: Inaugurazione Mostra "Sculture in Relax".
ore 20.30: "Edipo Re" spettacolo teatrale a cura di Vincenzo di Bonaventura
presso Hotel Relax - via tibullo 2, San Bendetto del Tronto (AP)
entrata libera
(La mostra resterà aperta da sabato 8 luglio fino al 31 agosto).
sabato 14 luglio 2007
"Inaugurazione Mostra Loreno Sguanci"
ore 18.00: Inaugurazione Mostra dello Scultore pesarese Loreno Sguanci.
ore 20.30: Esibizione Matteo Giardini ‘miglior lettore di Dante 2002'.
presso Museo Pietraia dei Poeti - cda barattelle 3 (San Benedetto del Tronto-AP)
entrata libera
(La mostra resterà aperta da sabato 14 luglio fino al 31 agosto).
martedì 17 luglio 2007
"Poesia in Vernacolo Sambenedettese"
Insieme alle tracce della memoria che si rinvengono nelle pietre, alcuni poeti di vernacolo sambenedettese, vogliono offrire testimonianza di un passato fatto di dialetto, ricordi e parole.
a cura di Gabriele Cavezzi
ore 20.30
presso Museo Pietraia dei Poeti - cda barattelle 3 (San Benedetto del Tronto-AP)
entrata libera
Loreno Sguanci è nato a Firenze nel 1931, ha frequentato l’Istituto d’Arte di Porta Romana, diplomandosi al Magistero di scultura sotto la guida del Professore Bruno Innocenti, e nel 1952 si è trasferito a Pesaro per insegnare discipline plastiche presso il locale Istituto d’Arte.
A Pesaro ha continuato la sua ricerca nel campo della scultura attraverso una costante e serrata attività che muovendo da una iniziale formazione figurativa l’ha portato ad indagare diversi materiali e nuovi linguaggi formali.
Alla fine degli anni cinquanta si intensificano i suoi rapporti con la critica e le gallerie romane e nel 1962 Gaspero Del Corso organizza presso la Galleria “L‘ Obelisco” la prima mostra personale dello scultore.
Nel 1963 è invitato alla Biennale dei giovani a Parigi e nel 1965 è presente alla Quadriennale d’Arte di Roma dove, nella sala personale a sua disposizione, espone una serie di opere di notevoli dimensioni in legno e in legno e rame che si sviluppano secondo forme organicistiche.
La sua curiosità e la sua necessità di conoscere lo portano a visitare vari paesi europei per tornare poi a Pesaro nel suo studio a continuare la sua ricerca che negli anni settanta affronta, con rinnovato vigore, lo studio del segno e delle sue molteplici valenze grafiche intese come elementi essenziali per dar corpo al complesso rapporto logico-emozionale esistente tra presente e memoria: esemplificazione di tale ricerca è la grande parete in legno e colore realizzata per Volterra 73 e le presenze per lo spazio pubblico come la “Porta a mare”.
Gli anni ottanta e novanta sono caratterizzati da opere di notevoli dimensioni realizzate con un legno durissimo, l’Azobè, chiamate le “Grandi Tavole dei Segni”, in queste opere la trama si infittisce a creare giochi di luce che seguono le scansioni geometriche dei pieni e dei vuoti in un costante rimando all’idea di una razionale espansione della crescita.
Di questo periodo va ricordata la scultura “Il Grande Segno” realizzata per Brufa nel 1995 con una trave lamellare di legno di rovere alta 10 metri. Lo sviluppo della ricerca artistica di Loreno Sguanci è, dalla fine degli anni novanta, tesa ad approfondire il concetto della forma intesa come presenza densa di antiche e nuove valenze.
Oggi, infatti, le sue opere si ergono autonomamente nello spazio con i loro corpi scolpiti segnati da ampie campiture di terra rossa che si estendono sulle superfici del legno definendone, inaspettatamente, i volumi quali segni della memoria che ritornano carichi del sentimento del tempo e del nostro sentire.