La solidarietà ha spiccato il volo, il racconto di un'esperienza
Con l'aiuto della Provincia, ragazzi fanno i volontari all'estero: una ragazza di Pedaso descrive i tre mesi in Argentina
Francesca Lamponi è nata a Pedaso e ha compiuto 31 anni il mese scorso. Opera in ambito sociale da anni e, al lavoro, ha affiancato la passione per il mondo della clownterapia e dell'onoterapia. Attualmente è impegnata in una cooperativa sociale di Fermo come educatrice e animatrice. Come altri 17 giovani del nostro territorio, ha fatto un’esperienza di volontariato all’estero grazie al progetto "La Solidarietà Spicca il Volo" che nel 2009 consentirà ad altri 15 ragazzi e ragazze d’impegnarsi in progetti di cooperazione decentrata. Francesca ha voluto condividere con i lettori di "Piceno News" le emozioni legate al suo viaggio in Argentina: ecco il suo racconto.
09/11/2008 - Chiudo gli occhi e davanti mi si ripresentano le immagini, i colori e i sapori degli ultimi tre mesi. All'improvviso sono di nuovo oltreoceano, in una provincia sperduta dell'Argentina del nord, Santiago del Estero, città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, dove il fasto e l'apparenza si confondono con baracche e violenze domestiche. La sveglia suona e percorro la strada lunga e polverosa che mi porterà nel quartiere La Catolica, le case di mattoni lasciano spazio, mano a mano che si cammina, a case di lamiera e a bambini mezzi nudi per strada. Arrivo nel Centro Comunitario Comedor n.1 e trovo una trentina di bambini che mi aspettano. Mi guardano curiosi, mi accolgono con un bacetto e un abbraccio... e sono lì in mezzo a loro pronta a giocare. Hanno occhi neri e profondi, e sorrisi stupendi. Arrivano, poi vanno via, qualcuno rimane a giocare. Tantissimi sono quelli che tornano per il pranzo, forse l'unico pasto decente della giornata. Mi guardano con occhi perplessi, è difficile che un adulto giochi con loro. Si divertono e soprattutto fanno qualcosa che prima sembrava quasi una proibizione: fanno i bambini! Ridono, litigano, si abbracciano e si divertono. Li guardo e torno a giocare con loro; inizio a conoscerli, a condividere con loro attimi di vita, momenti di gioia e sono felice. La semplicità con cui riusciamo a divertirci è sconvolgente. Riusciamo a giocare senza niente, ogni tanto qualche bambino porta la sua palla; alterniamo laboratori a giochi argentini, a giochi italiani di una volta... Rimangono affascinati da Un due tre stella! Le mattinate scorrono veloci, inizio a scoprire angoli nascosti del quartiere, e non sempre quello che vedo mi piace. Mi lascio guidare dai miei bimbi per le vie di quell'angolo sperduto e polveroso di Santiago, parliamo, mi raccontano di loro, mi fanno domande sulla terra lontana da cui provengo... I giorni passano; il gioco, che prima non veniva neanche preso in considerazione all'interno del centro, ora è diventato importante. I bambini arrivano per giocare, allora ti rendi conto di quanto sia bella l'essenzialità del gioco, di come possa unire bambini di ogni età e così diversi tra loro. Li guardo mentre sono tutti insieme; hanno conosciuto e tirato fuori i miei lati nascosti: il clown, la bambina, l'amica... Guardo in un attimo Ariel, Belen, Claudia, Juancho, Jessy, Pisu e tutti gli altri. Li abbraccio fortissimo... Grazie! Mi mancheranno. Poi apro gli occhi, Santiago è cosi lontana, guardo fuori dalla finestra, il mare è calmo, ma qualcosa dentro di me è in subbuglio e sarà difficile fare finta che gli ultimi tre mesi siano stati normali... Francesca Lamponi
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