La sua testimonianza il 22 maggio ad Osimo ed Ancona ed il 23 a Pesaro, nell’ambito della Campagna di Amnesty International “Più diritti più sicurezza”
18/05/2008 - Arriva nelle Marche Rhuhel Ahmed, recluso per due anni senza accuse nel Centro di detenzione di Guantánamo Bay. Ahmed porterà la sua testimonianza nell’ambito di eventi organizzati da Amnesty International per la Campagna “Più diritti più sicurezza” ad Osimo ed Ancona giovedì 22 maggio e a Pesaro venerdì 23 maggio.
La mattina del 22, alle ore 11.30, Rhuhel Ahmed sarà all’Istituto Corridoni Campana di Osimo per raccontare agli studenti la sua vicenda, mentre nel pomeriggio, alle ore 17.30, incontrerà la cittadinanza ad Ancona, nella Facoltà di Economia (piazza Martelli), grazie alla collaborazione dell’Università Politecnica delle Marche. Il 23 a Pesaro (cinema Loreto) incontrerà le scuole superiori (ore 8.45 proiezione del film “The road to Guantánamo”, ore 10.45 testimonianza) e la cittadinanza (Sala del Consiglio provinciale: ore 20 proiezione del film, ore 21.30 testimonianza). Gli eventi di Pesaro rientrano nella “Settimana dei diritti umani e del dialogo tra le culture” organizzata dalla Provincia di Pesaro e Urbino e sono stati realizzati in collaborazione con il Cineclub Shining.
Il Centro di detenzione di Guantánamo Bay, situato nell’isola di Cuba ed amministrato dagli Stati Uniti, è uno dei simboli più tristemente famosi al mondo delle violazioni dei diritti umani commesse nell’ambito della ‘guerra al terrore’. Guantánamo rappresenta infatti una sorta di ‘limbo giuridico’, dove i sospettati vengono condotti dopo essere stati prelevati in più parti del mondo, al di fuori di ogni sistema legale, e dove vengono tenuti prigionieri senza la formulazione di accuse e senza processi regolari. Rhuhel è uno dei cosiddetti “Tipton Three” (gli altri sono Asif Iqbal e Shafiq Rasul), i tre giovani cittadini britannici trasferiti a Guantánamo e lì detenuti per due anni senza accuse; la loro testimonianza ha consentito di conoscere per la prima volta i particolari delle condizioni di vita e detenzione a Guantánamo Bay: umiliazioni, maltrattamenti, pressioni psicologiche, minacce e privazioni. I tre hanno raccontato anche degli interrogatori subiti da parte degli agenti dei servizi segreti inglesi e dei militari statunitensi, nonché delle dure condizioni di prigionia di altri cittadini britannici. La loro storia ha ispirato il film di Michael Winterbottom “The road to Guantánamo”.
Dal momento della liberazione, Ahmed e gli altri “Tipton Three” hanno collaborato alla campagna di Amnesty International, che chiede la chiusura di Guantánamo Bay, la liberazione o un giusto processo per tutti i prigionieri della “guerra al terrore”, la fine delle sparizioni illegali e dei maltrattamenti, nella convinzione che la via migliore per un mondo più sicuro sia il rispetto dei diritti umani .