(da ilmucchio.it) Due extracomunitari, un bosniaco e un marocchino, come dire due fra le etnie più famigerate, a Jesolo vedono due ragazzini che stanno affogando nella foce del Piave, si buttano e li salvano. Il marocchino, stremato, aiutato dai bagnanti riesce a salvarsi, per il balcanico non c'è niente da fare: risucchiato dalla corrente resta sotto, lo ripescano cadavere. Il suo eroismo straccione indispettisce, si direbbe, i genitori dei piccoli strappati al mare, i quali riprendono in consegna la prole miracolata e se ne vanno senza non diciamo versare una lacrima ma neppure un cenno di ringraziamento ai parenti del salvatore, che stanno urlando di disperazione e si vedono girare le spalle da chi ha ottenuto un dono inestimabile, la propria vita per salvare, a vario titolo, quelle loro.
In questo disprezzo c'è tutta la bassezza umana di due giovani genitori che sono tre volte criminali: per non avere saputo sorvegliare i propri figli, per non conoscere un sentimeno di riconoscenza che umanamente dovrebbe essere istintivo, per nutrire, più che razzismo, più che disprezzo, si direbbe una catatonia psichica più ancora che morale o culturale, indotta dal cialtronismo fascista veneto che si vendica di secoli di “servo suo, sior”. Insomma automi che scopano, proliferano, consumano, ma non esistono. Tutto ciò precisato, è facile prevedere cosa accadrà di qui alle prossime ore.
L'indignazione popolare, salendo, per quanto farisaica (perchè al fondo espressa da una società indifferente e irrazionale, consumistica e televisiva, meschina e conformista), i due percepiranno che rischiano di rovinare la propria immagine, vale a dire di pregiudicare la qualità della loro vita futura: di venire riconosciuti per quei mostri di ingratitudine che in effetti sono. Siccome gli italiani, come già diceva Longanesi, non sono intelligenti ma sono furbi alla maniera degli animali, questa squallida coppietta italiana capirà presto che le conviene fare marcia indietro e si profonderà in scuse strampalate, adducendo lo shock, la immediata incomprensione dei fatti, la strumentalizzazione dei media. Insomma passerà ad atteggiarsi (più o meno vittimisticamente, più o meno aggressivamente) a vittima. A quel punto succederanno due cose: i due infami verranno cercati, intervistati, imposti da tutti i notiziari convertiti in gossip; l'opinione pubblica sarà finalmente in pace, rassicurata dal constatare (falsamente, è chiaro, sulla base di una presa in giro condivisa, di una commedia delle parti dove ciascuno recita il suo ruolo) che essa stessa opinione pubblica non partorisce mostri, che è stato tutto un equivoco, tutta colpa dei maledetti giornalisti (che, in effetti, si precipiteranno a capovolgere la realtà). Una situazione di orrenda disumanità verrà riconvertita in spettacolo, il che consentirà di assorbire il trauma, di ripristinare immediatamente l'ordine morale: potremo continuare a credere che siamo brava gente, che nessuno fa il male volendolo, che se un cattivo c'è, alla fine, è magari proprio il bosniaco morto in espiazione per i peccati pregressi, che, da bosniaco, da extracomunitario, non poteva non avere sulla coscienza. I due genitori infami diverrano star televisive di un giorno, forse scriveranno un libro o li manderanno all'Isola dei Redenti, se ne occuperanno la Pivetti, Mentana e Maurizio Costanzo. Alla fine la consueta alluvione di chiacchiere sciagurate, di luoghi comuni, di ignoranza feroce e orgogliosa travolgerà tutto e si continuerà in scia, maledicendo gli immigrati anche quando si permettono di salvare i nostri figli.
Massimo Del Papa