di Palmiro Merli
In vista del rinnovo degli organi direttivi, ecco che puntualmente fioriscono gli interventi sul Piceno Consind: c´è chi chiede che resti così com´è, invocandone un insostituibile ruolo pubblico per il rilancio industriale delle vallate, soprattutto quella del Tronto; chi chiede che se ne rivedano le funzioni, restituendo agli Enti locali la funzione di programmazione urbanistica del territorio.
Il bello è che le due "anime" non riflettono gli orientamenti politici consolidati ma le opinioni incrociano trasversalmente gli schieramenti. In rappresentanza del comune di S. Benedetto, ho vissuto dall´interno la vita dell´assemblea dei soci del Consind prima di dimettermi oltre un anno e mezzo fa (senza essere mai stato sostituito) e posso dire che il problema è proprio questo: in realtà il Consind è un luogo dove confluiscono e si compenetrano interessi convergenti di gruppi appartenenti formalmente a schieramenti opposti.
Una commistione che si riflette nella politica condotta dall´Ente, una politica che non é né "di destra" né "di sinistra" e che ritengo sia uno dei vizi che ha dato origine alle difficoltà in cui oggi si dibatte. Per capirci: è la stessa cosa lavorare perché s´insedino imprese di qualunque tipo e con qualsiasi ricaduta sull´ambiente, purché portino posti di lavoro, anche se effimeri, o puntare ad attrarre un´imprenditorialità illuminata, impegnata in lavorazioni a basso contenuto inquinante, orientata alla ricerca e all´innovazione?
La massima espressione di questa commistione è il fatto che al vertice dell´Ente siedano oggi un presidente espressione del centrosinistra e un vicepresidente del centrodestra. Però i cittadini, alle elezioni comunali, danno la loro preferenza non solo alle persone ma, penso, anche ad un certo modo di vedere il mondo, di concepire lo sviluppo del territorio: non credo si sentano soddisfatti di vedersi rappresentare in questo modo, dalle Amministrazioni che hanno votato, all´interno di un organismo che ha proprio il compito di programmare una fetta importante dello sviluppo.
In conclusione: credo che prima di accapigliarsi su come fare le nuove nomine e soprattutto su chi debba ricoprire quegli incarichi, le forze politiche debbano innanzitutto chiedersi se non vi sono altri soggetti che già svolgono le funzioni che dovrebbe fare il Piceno Consind, e quindi valutare una razionalizzazione dei suddetti Enti; in secondo luogo, chiedersi se il comportamento sin qui tenuto rifletta il modo di sentire degli elettori. Che poi dovrebbe essere la ragione stessa della loro esistenza.
S. Benedetto del Tronto, 19 settembre 2008
*Già consigliere e assessore comunale di S. Benedetto
*Già membro dell´assemblea di Piceno Consind