Benigni a “Che tempo che fa”
Ieri, ad una settimana dalle elezioni, dopo un lungo corteggiamento da parte del conduttore Fabio Fazio, il ritorno in tv, a “Che tempo che fa” dell’attore e regista toscano, premio Oscar, Roberto Benigni. L’ultima apparizione in Rai c’era stata lo scorso ottobre, ospite a Rockpolitik di Celentano. Nel 2001 la sua intervista a “Il fatto” di Enzo Biagi costò il posto al giornalista. Quanti danni può fare Roberto Benigni partecipando a un programma d'attualità, in piena campagna elettorale? A trasmissione conclusa si può dire nessuno. Le speranze dei quasi 6 milioni e 200 mila telespettatori che ieri sera hanno scelto Rai Tre per veder violata la par conditio, almeno da Benigni, sono svanite dopo pochi minuti di chiacchierata-intervista. Fazio si è guardato bene dal fare domande che potessero dar adito a risposte “politiche”. Questa volta Benigni ha deciso di filosofeggiare sulla poesia, sulla bellezza, sulla felicità citando Tolstoj, Dante e Freud. Solo mentre parlava del sorriso e della sua capacità di trasformare l’anima, di come si sia innamorato di sua moglie Nicoletta Braschi nel momento in cui sorrideva, si è lasciato sfuggire una piccola allusione: “Una persona quando ride trasmette la ricchezza che ha dentro, chi ride poco sa di non possedere molto” ma allo stesso tempo dice “Mi sono reso conto di aver visto persone ridere con una risata che non mi piaceva e poi si sono rivelate…………” . Si capisce il riferimento al cavaliere e al suo finto sorriso. Fazio ricorda la frase che Benigni ha pronunciato dopo aver ricevuto l’Oscar per “La vita è bella”: “Ringrazio i miei genitori per la povertà” e gli chiede della sua appartenenza al popolo. Benigni risponde prontamente: “La mia appartenenza al popolo è una sensazione orgiastica, legata ai contadini toscani che parlavano del sesso come il lusso di spargere il seme ed è molto vicina a quella di Freud che sosteneva che lavoro e amore fanno la ricchezza del popolo”. Seguono domande su ciò che fa ridere un comico, sulle cose di cui non si può ridere, sul concetto di volgarità, ma Benigni non risponde e dice scherzosamente di passare alle domande successive. Fazio gli chiede: “Sostiene Cerami che il comico ha solo due bisogni mangiare e amare, tu che ne pensi?” Benigni risponde citando Dio: “ Dio ha detto crescete e moltiplicatevi che tradotto significa mangiate e amate. Ecco mentre alcuni ordini monastici disobbediscono praticando digiuno e astinenza per volontà, i comici lo fanno perché non possono fare altrimenti. Hanno un grande desiderio di amare ma non ci riescono. Si riferisce al ritorno alla castità e al divino”. Ad un certo punto Benigni interrompe Fazio e dice di voler svelare un mistero: “ Dio c’è o non c’è?”. Proprio mentre i telespettatori pensano che finalmente si lascerà andare, non succede niente. Seguono altre domande. Poi Benigni torna sul mistero: “ Dobbiamo chiudere con Dio, siamo partiti dalla bellezza e non possiamo abbassare il tono della conversazione”. Ma Fazio: “Certo però possiamo arrivare fino a Dio, perché oltre c’è la par condicio”. L’intervista si conclude con il gioco dell’elencare le quattro cose più importanti della sua vita, tralasciando le persone e i concetti astratti. Benigni in un primo momento risponde la mamma, l’amore e la pace. Ma non valgono, allora ripiega sui ricordi e si proietta nel 2050 assieme a Fazio quando ricorderanno questa intervista in tempo di par condicio e di elezioni. Poi ci ripensa e sostiene che sarebbe bello conoscere chi siamo,da dove veniamo, dove andremo. Conclude citando Shopenhauer e l’impossibilità di sapere chi siamo. Tutto sommato è stata una bella intervista ma ancora una volta ha vinto la par condicio.
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