AngellottiAppunti: Mafia
Il crollo, nei giorni scorsi, del viadotto in Sicilia, corollario ideale della strage dell’Aquila, apre inquietanti interrogativi. Cosa Nostra starebbe dietro la costruzione del ponte crollato, avendo imposto ai costruttori, il proprio cemento “annacquato”. Ci sono stati tempi in cui la Mafia si serviva del calcestruzzo soltanto per liquidare i propri nemici, buttandoli a mare con le “scarpe di cemento”. Poi i mafiosi hanno capito che il cemento può essere anche un business. Hanno così cominciato ad investire in costruzioni, dapprima edifici abitativi e, poi, piano piano, inserendosi, con ribassi vertiginosi all’asta, nel settore delle opere pubbliche. Spiazzando gli imprenditori onesti, non in grado di reggere le offerte “mafiose” (e così anche lo Stato ha guadagnato, risparmiando, con la Mafia), Cosa Nostra ha realizzato innumerevoli cattedrali nel deserto: ospedali, ponti, porti, ogni genere di ifnrastrututre, a modo suo. Adesso queste opere cominciano a sgretolarsi (si vedeva, in televisione, una galleria le cui pareti si sgretolavano appena toccato con una mano) costituendo così un gravissimo pericolo per la vita degli utenti. Sembrano passati mille anni dai tempi della Mafia dei campirei, sinistri individui a cavallo con coppola e lupara. La Mafia “agricola” dell’acqua e della terra, con i suoi feroci ma, tutto sommato, comprendibili codici e rituali, è ormai un lontano ricordo. Tramite Lucky Luciano, l’enorme affare della droga ha inquinato l’organismo mafioso, portando nelle tasche degli uomini d’onore quantità immense di denaro. I mafiosi, fino allora, poco più che braccianti, si sono trovati, all’improvviso, ricchissimi, e ciò può averli portati a perdere il senso del limite e la nozione del pericolo. Estorsioni, usura, droga, contributi CEE, rifiuti industriali inquinanti, appalti pubblici: tutto quello che può far guadagnare denaro, tanto ed in fretta. Non importa se il figlio del vicino (od anche il proprio figlio) si droga, non importa se intorno alla discrica abusiva scoppia una epidemia di tumori. Tutto per i soldi. Purtuttavia la brama di denaro dovrebbe avere un limite, limite dettato dalla ragionevolezza. Se sul famoso viadotto fosse passato, al momento del crollo, qualche parente stretto di un boss, questo boss avrebbe dovuto prendersela solo con se stesso, in quanto coinvolto nella costruzione sbagliata del ponte stesso. Insomma anche la criminalità organizzata dovrebbe darsi un nuovo codice d’onore, dettato dalla necessità di rispettare, almeno in un minimo, le norme del consorzio civile. Anche i mafiosi vivono in questa Società, e la rovina di essa sarebbe la rovina anche della Mafia. La perdita, conseguente, di qualche miliardo di euro sarebbe, poi, ampliamente compensata da una maggiore tranquillità dei mafiosi stessi che sarebbero in meno sotto i riflettori di Stato e mass-media, e, così potrebbero curare meglio i propri interessi. Ricordiamo, in proposito il clamoroso errore di uccidere Falcone e Borsellino. La Mafia vince nel silenzio e l’uccisione di magistrati o il crollo di viadotti costringono lo Stato, finora connivente e colluso, a combattere seriamente il fenomeno mafioso stesso.
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