Istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.
Art.1 paragr. f
Indagare sul rapporto tra mafia e politica, sia riguardo alla sua articolazione nel territorio, negli organi amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive, sia riguardo a quelle sue manifestazioni che, nei successivi momenti storici, hanno determinato delitti e stragi di carattere politico mafioso;
Abbiamo sempre disapprovato l’iniziativa e continueremo a farlo, su qualsiasi Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle stragi terroristiche ed eversive eseguite da “cosa nostra” che hanno coinvolto le nostre famiglie nel 1993.
Non abbiamo ritenuto in questi 15 anni, tanti dall’attentato di via dei Georgofili del 1993, mai siano esistite le condizioni per una commissione parlamentare d’inchiesta, su un evento per il quale non si è mai indagato abbastanza, demandando l’onere della ricerca della verità alla classe politica dirigente , classe che noi riteniamo troppo coinvolta trasversalmente negli affari poco puliti di questo Paese, per essere serena nelle ricerche.
Riteniamo piuttosto che in mancanza di carriere di altro tipo, si vogliano ancora impegnare i nostri parlamentari in incarichi remunerativi , che non poteranno a nulla di fatto sul fronte del coinvolgimento mafia politica nelle stragi più recenti e più scandalose, ma produrranno di sicuro ulteriore rabbia e disperazione per noi i parenti delle vittime delle stragi del 1993.
Fondiamo il nostro dire anche sul fatto che dopo 15 anni, tanti dal massacro di via dei Georgofili, ad una persona che è stata risarcita , in sede di causa civile, per quella maledetta strage con 2 milioni e 6oo mila euro per un danno senza pari mai causato prima, lo Stato le ha messo in mano 111 mila euro, ossia 50 milioni delle vecchie lire, buoni neppure per l’acquisto di una delle innumerevoli auto blu dei nostri parlamentari.
Cifre simili naturalmente sono state messe in mano a tutte le 51 persone che a Firenze hanno fatto causa contro la mafia per la strage di via dei Georgofili e che hanno visto le loro famiglie messe in difficoltà in tutti questi 15 anni.
Se esistesse la volontà di perseguire la mafia seriamente ,attraverso una Commissione Parlamentare, a simili scandali si sarebbe ovviato subito e con tutti gli sforzi possibili da parte di tutti , anche di coloro che hanno alzato bandiera bianca sul fronte delle indagini giudiziarie sui mandanti esterni a alla mafia per le stragi del 1993 , e coscienti di ciò che nel 1993 è avvenuto fanno finta di fidarsi della politica.
La politica con mosse esclusivamente utilitaristiche, e di ritorno di voti ,ha volutamente depauperato il Fondo 512 legge del 1999 e svuotata di contenuti la legge 575 del 1965 , leggi che sanciscono un diritto fondamentale per le vittime di mafia e noi oggi dovremmo credere ad una commissione Parlamentare d’inchiesta sui rapporti mafia politica anche nelle stragi più recenti?
NO e poi No per quello che possa valere.
Cordiali saluti
*Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
MAFIA: ASS. FAMILIARI GEORGOFILI, NO A COMMISSIONE SU STRAGI
FIRENZE
(ANSA) - FIRENZE, 19 AGO - "Abbiamo sempre disapprovato l'iniziativa, e continueremo a farlo, di qualsiasi Commissione parlamentare d'Inchiesta sulle stragi terroristiche ed eversive eseguite da Cosa nostra che hanno coinvolto le nostre famiglie nel 1993". Lo afferma Giovanna Maggiani Chelli, portavoce dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, a Firenze, commentando la pubblicazione, oggi, sulla Gazzetta ufficiale, della Legge 4 agosto 2008, n.132, che prevede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. "Non abbiamo ritenuto in questi 15 anni, tanti ne sono trascorsi dall'attentato di via dei Georgofili del 1993 - continua nella nota la Maggiani Chelli - che siano mai esistite le condizioni per una commissione parlamentare d'inchiesta, su un evento per il quale non si è mai indagato abbastanza, demandando l'onere della ricerca della verità alla classe politica dirigente, classe che noi riteniamo troppo coinvolta trasversalmente negli affari poco puliti di questo Paese, per essere serena nelle ricerche". (ANSA).