Coro Università di Macerata, Giovanni Allevi è partito da qui
02/05/2008 - Il coro come armonia di note. Ma anche di anime. Una consonanza che, nel caso del coro dell'Università di Macerata, prende il nome di amicizia e rimane nel cuore di chi vi ha fatto parte, sia quando la musica è rimasta relegata nell'angolo degli hobby, sia quando il pentagramma è diventato strumento di arte e successo, come nel caso di Giovanni Allevi. Ebbene sì, il celebre compositore e pianista ascolano, che con le sue melodie ha conquistato Vecchio e Nuovo Mondo, è stato uno dei primi componenti del coro dell'ateneo maceratese, nato come coro del Dipartimento di Filosofia e scienze umane nel 1993. “L’ho rincontrato durante uno dei suoi ultimi concerti – racconta il Maestro Aldo Cicconofri, docente al Conservatorio Rossini di Pesaro, che guida il coro fin dalla sua nascita -. Quando sono andato a salutarlo mi ha riconosciuto ed è stato molto contento. Gli ho detto:‘Hai visto che hai poi messo in pratica quello che ti dicevo?’. Giovanni, infatti, era bravissimo già allora e ci incantava con le sue composizioni. Ma legava insieme tre o quattro temi diversi, così un suo pezzo durava anche 12 minuti. Per questo gli consigliavo di dividerlo in più brani, in modo tale da avere non uno, ma tre pezzi bellissimi e da lasciare più spazio anche agli altri. Allora c’era anche un oboista molto bravo”. Da chi è composto il coro dell’Università di Macerata? Bisogna essere già esperti per farne parte? I componenti dei cori universitari spesso sono persone della città o impiegati dell’ateneo. Gli studenti sono in minoranza. Nel nostro caso, invece, il coro è composto da studenti per la quasi totalità. E’ una scelta che abbiamo ritenuto opportuna, perché in questo modo il gruppo si amalgama molto più facilmente. Non è necessario avere già esperienza musicale o particolari competenze. Forniamo, infatti, anche attività di formazione musicale. Ma è anche una scelta impegnativa dal punto di vista didattico, perché il 40 per cento del coro cambierà il prossimo anno accademico, perché molti si saranno laureati o, visto che abbiamo anche molti studenti Erasmus, saranno tornati a casa e bisognerà cominciare tutto daccapo. Quante volte vi riunite per esercitarvi? Facciamo due prove a settimana di due ore ciascuna più mezz’ora per chi ha meno esperienza. Come si trovano gli studenti? Tutti conservano un bel ricordo, perché oltre all’attività musicale, ci sono occasioni di concerti, viaggi e, soprattutto per gli studenti stranieri appena giunti in Italia, di integrazione. Ma c’è anche da lavorare. Dove siete stati in “tour”? Il coro si è esibito in Sardegna, Piemonte e Veneto, in Grecia, Germania, Spagna, Polonia e Francia. Ha cantato, insieme con altri Cori Universitari provenienti da diverse Nazioni di Europa, alla presenza del Papa a Roma, nelle Giornate Europee degli universitari (2004-2007). Giusto a metà aprile abbiamo fatto un giro di concerti in Grecia, molto appagante per tutti, sotto l’aspetto musicale e non solo. Siamo stati invitati all’Università di Patrasso, in una sala immensa da 800 posti con una bellissima acustica. Nella prima parte abbiamo proposto un repertorio di musica rinascimentale italiana e francese, nella seconda un canzoniere internazionale. Poi nell’isola di Cefalonia ci siamo esibiti in una sala molto particolare, a forma di tempio. L’accoglienza è stata bellissima. Il popolo greco ci assomiglia molto caratterialmente. I vostri prossimi impegni? Il 15 maggio saremo all’Università di Ancona; il 20 maggio, invece, in occasione della laurea honoris causa a Pietro Rescigno, in serata terremo il tradizionale Concerto di primavera. Il più bel complimento ricevuto? Il Maestro Alberto Zedda, quando ha ricevuto la laurea honoris causa, alla fine della cerimonia è venuto a salutarci e ha raccomandato ai ragazzi di fare questa esperienza, perché la sua prima attività è stata quella di direttore del coro dell’Università di Parma.
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